Chieti. “La crisi che si respira nel 2011 è più grave di quella del 2010 soprattutto per l’industria metalmeccanica della provincia di Chieti”. Così tuona Alessandro Carbone, coordinatore provinciale di Futuro e Libertà, che traccia il punto della situazione sulla condizione attuale della Valpescara e della Val di Sangro. “La crisi nel 2011 è più forte perché si aggiunge la condizione di imprese che stanno accusando un calo produttivo rispetto al 2010. Questo dato, sia pur sotto controllo, aggraverà il panorama della situazione industriale in provincia. Il calo potrebbe mettere seriamente in difficoltà anche le piccole aziende e soprattutto l’indotto. Altro tasto dolente per il 2011 è la fine della cassa integrazione straordinaria in parecchie aziende della Val di Sangro, per cui occorrerà trovare alternative capaci di ridare linfa vitale ad un tessuto industriale che, in mancanza di ammortizzatori sociali, rischia grosso. Ci sono aziende che pur crescendo nei volumi non assumeranno nemmeno gli ex precari licenziati, perché punteranno tutto sugli straordinari per far fronte al mercato. E questo non giocherà affatto a favore della ripresa”.
Per questo motivo, secondo Carbone sarebbe necessario che la politica scenda in campo accanto a Confindustria e imprenditori, il motore dell’economia.
“Dobbiamo considerare che oggi è cambiata l’economia” continua il politico, “il problema è soprattutto capire come io imprenditore e industriale dovrò cambiare. Bisognerà essere al passo con la struttura e i processi produttivi, pensare non per i prossimi 3-4 anni, ma per i futuri 30-40. La rappresentanza degli imprenditori tra 10 anni dovrà assomigliare poco a quella attuale, ma soprattutto Confindustria sin d’ora dovrà approfondire i temi rilevanti del cambiamento in maniera rigorosa e approfondita. Il peggio della crisi è passato, ma bisogna una volta per tutte riconoscere che è stata superiore a quanto si è dichiarato. E gli imprenditori dovranno avere il coraggio di dire quanto dovremo cambiare ancora. Non si vede uno straccio di autoriflessione, di mea culpa sulle cause che hanno scatenato la crisi da parte di Confindustria, che pretende di dettare ancora le regole del gioco e di dare lezioni. Confindustria deve essere riformata e cambiare passo per rappresentare al meglio le imprese. Noi di Fli proponiamo un tavolo territoriale di confronto periodico e permanente nell’ambito della provincia di Chieti tra istituzioni e parti sociali, compresa Confindustria”.