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Referendum costituzionale, Scarfia (Possibile) a L’Aquila a sostegno del No

L’Aquila. Si è svolto a L’Aquila il secondo incontro pubblico che Possibile ha tenuto, nell’ambito del percorso che da un paio di mesi sta toccando tutta Italia, sulle ragioni del No alla riforma costituzionale e sulle alternative possibili.

Il comitato aquilano ha organizzato questa volta l’incontro con Cristina Scarfia, componente del Comitato scientifico del partito ed esperta di politiche europee.

Per la Scarfia quella per il No deve essere ‘una campagna resistente oltre che ri-costituente’, per tutelare valori che hanno portato alla redazione del testo attualmente in vigore, a partire dalla sovranità del popolo, oltre che la sua semplicità e chiarezza nel testo.

‘Una riforma conflittuale non è vitale», per l’esponente, «pochi emendamenti cambiano la Costituzione come documento giuridico; molti o addirittura una buona parte, cambiano invece il patto politico alla base di quel testo. Le Costituzioni servono per resistere alle maggioranze politiche, questa riforma invece è in balia di una maggioranza’.

Da esperta di politiche europee Scarfia ha ricordato che ‘è falso che ce lo chieda l’Europa di riformare la Costituzione; bensì ci chiede il rispetto di impegni che da sola l’Italia si è assunta’. Scendendo nel merito di questa riforma, poi, ha ricordato che quello previsto non sarà ‘il Senato delle Regioni, con 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 designati dal Presidente della Repubblica’.

Paolo Della Ventura, ha evidenziato, inoltre, che i criteri con i quali saranno scelti gli eventuali nuovi senatori ‘non sono affatto chiari: il testo parla di criteri proporzionali, ma quasi tutte le Regioni hanno leggi elettorali maggioritarie, e difficilmente saranno conciliabili i due aspetti’.

Il componente del comitato scientifico di Possibile ha poi ricordato che ‘in Europa ci sono solo tre Paesi che hanno un senato lontanamente vicino a quello disegnato dalla riforma: la Germania, la Francia e la Spagna. In Germania il Bundesrat, che spesso viene richiamato dai fautori della riforma, non è affatto così.

I suoi componenti sono eletti dai “consigli regionali” ma con diritto di revoca e vincolo di mandato sugli indirizzi provenienti dai territori che lo eleggono’.

Scendendo nel merito, si è discusso della falsa riduzione dei costi, dei conflitti e contrasti che saranno determinati tra l’amministrazione centrale dello Stato e quelle periferiche delle Regioni, della presunta velocità di formazione delle leggi imputata alla riforma ma ‘in Italia – ha sottolineato Scarfia – le leggi si approvano tra 13 e 685 giorni, il Lodo Alfano è stato approvato in pochi giorni; il Fiscal compact è stato velocissimo. E allora è un problema del legislatore non dei meccanismi’.

Della Ventura, si è soffermato a ‘smontare un’altra balla: quella che questa riforma sia quella prevista dall’Ulivo. Non si realizza alcun sistema federale, non sono previsti soli rappresentanti delle istituzioni regionali, nessun meccanismo è previsto per cui i senatori non esprimerebbero il punto di vista e le esigenze delle regioni di provenienza.

Non esistono – ha proseguito l’esponente aquilano – correttivi idonei a tutelare le Regioni più piccole; le delibere non sarebbero assunte anche con la maggioranza delle Regioni rappresentate ed il nuovo Senato non delibererebbe sulle sole leggi che interessano le Regioni’.

Tra le alternative proposte da Possibile c’è la riduzione equilibrata di tutti i parlamentari (sia Camera che Senato) e delle loro indennità, funzione di controllo del Senato, una Commissione bicamerale paritetica da attivare in caso di contrasto tra le due Camere, rafforzamento degli strumenti di democrazia diretta (abbassamento del quorum referendario senza innalzare le firme necessarie per richiederlo, e referendum deliberativo sulle leggi di iniziativa popolare se non sono state deliberate dalle Camere).