Governo e sindacati hanno firmato un verbale sugli interventi che interesseranno il sistema pensionistico nei prossimi tre anni. Susanna Camusso: “ si è fatto un buon lavoro, ma non è ancora concluso”.
C’è un’intesa di massima sulla pensioni; nelle cinque cartelle di verbale, firmate da governo e sindacati, sono state identificate le nuove misure che nel corso dei prossimi tre anni modificheranno il sistema pensionistico. Ecco le principali novità:
Lavoratori precoci. Chi ha lavorato per almeno 12 mesi, anche non continuativi, prima del compimento dei 19 anni, potrà andare in pensione con 41 anni di contributi se appartiene alla categoria dei lavoratori in difficoltà come:
- disoccupati senza ammortizzatori sociali
- disabili
- lavoratori che hanno svolto mansioni usuranti
Accesso all’Ape. L’anticipo pensionistico su base volontaria (Ape), sarà possibile per coloro che avranno maturato un assegno pensionistico non inferiore ad un limite minimo; la quantificazione del limite è rimandata a future contrattazioni.
Quattordicesima. La quattordicesima sarà estesa ai pensionati con redditi personali complessivi fino a 1.000€ al mese (l’attuale limite è di 750€ mensili). Per coloro che già beneficiano della quattordicesima, questa sarà aumentata in base agli scaglioni di contributi versati.
Le sigle sindacali coinvolte nell’accordo, Cgil, Cisl e Uil, hanno sottolineato che il verbale firmato con il governo è una buona base di partenza, ma c’è ancora tanto da fare. “Si è fatto un buon lavoro, ma non è ancora concluso”, ha dichiarato il segretario della Cgil Susanna Camusso; le fa eco la collega della Uil, Annamaria Furlan, secondo la quale “il lavoro va avanti, restano ancora tante cose da fare”.