Pescara. “Quanto accaduto ieri in Consiglio provinciale è davvero inaudito. Mai si è verificato un episodio di tale gravità nell’aula che ospita il Consiglio e mi auguro che sceneggiate del genere non si ripetano in futuro, non solo per il rispetto che è dovuto ai singoli consiglieri ma anche nei confronti dei cittadini che rappresentiamo”. Dura la condanna del presidente del Consiglio Provinciale Giorgio De Luca.
“Nella conduzione dei lavori mi sono attenuto scrupolosamente a ciò che prevede il Regolamento. Volendo essere comprensivo nei confronti di un consigliere provinciale che, evidentemente, intendeva esporre in maniera prolissa il proprio pensiero su questa materia, ho consentito che i tempi previsti dal Regolamento venissero abbondantemente, e dico abbondantemente, sforati dal consigliere stesso. D’altronde non abbiamo mai usato la clessidra, in aula. Anzi, come Presidenza, siamo sempre stati elastici da questo punto di vista con tutti i consiglieri. Evidentemente ieri la cortesia della Presidenza nei confronti del consigliere è stata male interpretata perché i venti minuti complessivamente a disposizione per illustrare tutti gli emendamenti alla delibera sono stati moltiplicati a dismisura e sono diventati ore”. De Luca ripercorre poi le fasi della seduta provinciale di ieri. “Nel momento in cui ho tentato di riportare il dibattito nei limiti di tempo previsti dal Regolamento ho dovuto assistere ad una telefonata in diretta al 112 e sono stato perfino minacciato di ricevere una bottigliata in testa. Non credo che comportamenti del genere siano tollerabili, tanto più se arrivano in risposta ad un atteggiamento di massima apertura nei confronti dei consiglieri. Se fosse stato possibile avrei provveduto, come dispone proprio il Regolamento, a far allontanare il consigliere dall’aula. Per il futuro ho già dato disposizioni affinché si avvii l’iter di revisione del Regolamento, perché non ci siano più dubbi di alcun genere nella lettura del testo che, evidentemente, non tutti comprendono alla perfezione”.