Pescara. Si riuniscono all’interno di un locale a pianterreno situato in via Pisa un gruppo di persone di religione islamica che, stando a quanto riportato dal gruppo consiliare di Forza Italia su segnalazione dei residenti, si riunirebbero lì per pregare.
“Come hanno riferito i residenti, e come noi stessi abbiamo potuto verificare, in quel locale si registra un andirivieni continuo di cittadini di religione islamica”, hanno affermato Vincenzo D’Incecco, Marcello Antonelli e Fabrizio Rapposelli, consiglieri di Forza Italia, che sollevano il dubbio che quella situata in via Pisa sia una moschea.
“Parliamo di centinaia di unità che, contemporaneamente, si ritrovano nella struttura, peraltro completamente oscurata all’esterno, visto che due vetrine hanno le serrande costantemente abbassate e viene utilizzata solo una porta a vetro patinata come punto di ingresso e di uscita. I residenti dunque vedono solo il costante, continuo, incessante viavai e ascoltano, distintamente, le preghiere collettive che vengono praticate all’interno della struttura, con il tipico comportamento che si osserva, in genere, nelle moschee, ovvero i fedeli che prima di entrare per la preghiera, lasciano le scarpe o le ciabatte all’esterno del locale, una procedura che diventa ingombrante nel periodo del Ramadan, quando le presenze si moltiplicano in maniera tangibile, con arrivi anche da fuori provincia”.
Come si può evincere da una rapida rassegna stampa sul web, in via Pisa la sede della comunità islamica pescarese c’è già da alcuni anni; di questa comunità, in più occasioni, si è fatta portavoce Latifa Belkacem, cittadina italo-marocchina che dal 2004 al 2008 è stata consigliere comunale delegata ai rapporti con gli immigrati.
C’è da aggiungere che la stessa Belkacem, poco dopo l’attacco terroristico alla redazione di Charlie Hebdo dello scorso gennaio 2015, prese immediatamente le distanze da quel gesto barbaro, condannandolo aspramente, a nome di tutta la comunità islamica presente a Pescara.
Tornando alla polemica sulla presunta moschea, sollevata dal gruppo consiliare di Forza Italia, i consiglieri chiedono al sindaco Alessandrini “se il locale assegnato a un’associazione culturale risponde ai requisiti di sicurezza per ospitare centinaia di persone contemporaneamente”;
e ancora “quale sia la reale attività svolta all’interno della stanza, ossia se sede di un’associazione o, appunto, quello di una moschea, come tutto lascerebbe supporre. In questo caso è dovere del sindaco ordinare immediati accertamenti perché una moschea, per essere tale, deve rispondere a precisi requisiti che dubitiamo siano presenti nel locale di via Pisa ”.
In particolare, i consiglieri si chiedono:
“Quel locale di via Pisa quante persone può effettivamente contenere? È legittima la presenza, praticamente quotidiana, di centinaia di persone? Ci sono i servizi igienici necessari e previsti dalla legge, anche per le eventuali sedi associative? Vengono rispettate tutte le norme in materia di sicurezza, comprese le uscite d’emergenza o le porte antipanico? Corrisponde al vero che all’interno di quel locale vengono anche preparati, somministrati e consumati dei pasti? E in quali condizioni avviene tutto ciò?”
E argomentano:
“Riteniamo più che legittimo farci portavoce di una problematica che non interessa solo un quartiere, ma tutta la città, e riteniamo doveroso, da parte del sindaco, non ridurre la questione a una bazzecola o, peggio, a una manifestazione di razzismo, ma piuttosto, in qualità di primo tutore della salute pubblica, chiediamo che dia risposte concrete e basate su osservazioni realistiche, ordinando anche l’esecuzione di controlli e indagini approfondite”.