Sono le parole con cui Enrico Iacobitti (Pd) commenta i lavori dell’ultima assise cittadina, dove ma maggioranza non è riuscita a mantenere il numero legale in aule. “Da tempo durante i lavori del Consiglio Comunale” spiega meglio il consigliere “avevamo evidenziato più o meno evidenti lacerazioni e distinguo da parte di alcuni consiglieri di maggioranza e in particolare da parte dei gruppi consiliari dell’Udc e del neonato gruppo di Fli, insieme nel futuro Partito della Nazione. Alcuni strappi si sono evidenziati nel passato recente su temi cruciali per la nostra città come quello della sanità e della messa in sicurezza sismica delle scuole, evidenziando chiaramente un dissenso politico profondo rispetto alle scelte che l’amministrazione Di Primio ha assunto”.
Da ultimo i lavori del Consiglio comunale, che lascerebbe trasparire, secondo Iacobitti, una maggioranza esclusivamente numerica che “forse inizia a non esserlo più perché tenuta insieme da tutto tranne che da un progetto politico-amministrativo condiviso per il bene comune della nostra città. Infatti, alla metà dell’ottobre scorso il sindaco Di Primio aveva riunito la sua maggioranza, in ritiro per una due giorni di riflessione politica che aveva partorito il piano operativo per l’anno 2010, cioè una serie di obiettivi cha la maggioranza di centro-destra avrebbe dovuto realizzare entro la fine dell’anno. Ebbene quasi nessuno di quegli obiettivi è stato raggiunto. Ne sono alcuni esempi: il mancato ripristino della scala mobile, l’assordante silenzio nei confronti dei lavoratori ex-Burgo sul destino del progetto In.Te, la mancata approvazione del bilancio 2011, la totale assenza di pianificazione urbanistica, il naufragio per incompetenza dei concorsi più volte annunciati e poi annullati ecc… Di fronte a questo immobilismo amministrativo e politico cosa intendono fare Udc e Fli? Queste forze hanno un ruolo decisivo per la tenuta dell’attuale maggioranza di centrodestra. Spero essi vogliano interpretare il loro compito in nome della Politica Popolare, Democratica e Cristiana alla quale si richiamano. Diversamente, sarebbero relegati al ruolo di subalterni che mendicano scelte diverse, così tradendo la loro identità”.