“Da oltre 60 anni” si legge nella nota “il 17 novembre è una data di grande valore simbolico per gli studenti: quel giorno del 1939 centinaia di studenti cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono arrestati e uccisi dai nazisti. Ma il 17 novembre è anche il giorno in cui gli studenti greci furono massacrati dai carri armati del regime ad Atene nel ’73. Ed è infine il giorno in cui, ancora in Cecoslovacchia, il regime comunista represse duramente gli studenti che si opponevano al regime. L’assemblea mondiale di Bombay del World Social Forum decise nel 2004 di ripristinare questa data della memoria e di renderla un momento importante di mobilitazione studentesca”.
A Chieti, i Giovani Democratici e il Partito Democratico saranno domani davanti alle scuole medie superiori della città per distribuire volantini di denuncia dello sfascio della scuola pubblica.
“In queste condizioni” dicono “sarà difficile per gli operatori scolastici garantire un livello elevato ed efficiente di istruzione e formazione per tutti gli alunni, aumenteranno la dispersione e l’abbandono scolastico. Le famiglie che ne avranno consapevolezza e possibilità economica sapranno organizzarsi, magari rivolgendosi ad insegnanti privati, le altre dovranno rassegnarsi. Un’altra scelta che non è la drastica riduzione dei finanziamenti alle borse di studio. Con il taglio del 90%, previsto nella finanziaria, si riducono i finanziamenti a 25,7 milioni di euro per il 2011. Non solo, ma il Governo prevede di ridurre ulteriormente i fondi a 13 milioni di euro nel 2013. Questo esecutivo sta facendo una scelta che ci porta indietro di decenni, portando avanti politiche sul diritto allo studio che guardano solo al futuro di pochi giovani provenienti da famiglie abbienti tagliando sul presente di tanti giovani e studenti che usufruiscono di sussidi dello Stato per potersi dedicare al proprio percorso formativo e alle proprie capacità”.
I Giovani Democratici chiedono, dunque, l’abrogazione del disegno di legge Gelmini e propongono di ripristinare il piano di stabilizzazione dei precari varato dal Governo Prodi, di investire nella scuola dell’infanzia, di valorizzare la scuola primaria, in particolare i modelli educativi del tempo pieno e delle 30 ore con le compresenze, di istituire alle superiori un biennio unitario e un triennio di indirizzo, “per consentire ai ragazzi di compiere scelte più consapevoli per il loro futuro, di mantenere le scuole aperte tutto il giorno e tutto l’anno per fare della scuola il cuore pulsante di interi quartieri e di intere comunità locali”.