Chieti, IdV chiede azioni dalla Provincia per Parco nazionale costa teatina

trabocchiChieti. “Il Parco nazionale della costa Teatina deve diventare realtà”. È quanto afferma a gran voce il gruppo consiliare dell’Italia dei Valori alla Provincia di Chieti, che chiede impegno all’ente affinchè si attivi con una serie di azioni in merito.

Secondo l’IdV teatino, infatti, occorre stringere i tempi per non perdere ulteriori finanziamenti. “E per ciò” afferma il consigliere provinciale Palmerino Fagnilli, esperto anche in governance della aree naturali protette “entreremo a far parte della Costituente. E la giunta provinciale di Chieti si azioni al più presto, non faccia finta che il problema non esiste”.

Stando a quanto affermato dal consigliere, il Parco svolge un ruolo strategico di collegamento e valorizzazione delle realtà locali che devono trovare nella bellezza e nelle specificità del territorio anche l’elemento di coesione e la risorsa chiave dello sviluppo. “I parchi attualmente si propongono, anche se a fatica e spesso in convivenze difficili con le popolazioni, come volani dello sviluppo” continua, infatti, in proposito, “come valorizzazione e pungolo delle realtà locali, al fine di portarle a riscoprire e a prendere consapevolezza delle proprie identità e potenzialità; di ricercare e sostenere il sorgere di un’imprenditoria specifica, che punti su fantasia e professionalità; di ricondurre la collettività a comportamenti più consapevoli verso il consumo del territorio e delle sue peculiarità. Il parco costituisce una sfida, un’ipotesi di lavoro per un rapporto tra uomo e territorio completamente rinnovato e che non smette di tenere d’occhio tecnologia e sviluppo. Per una comunità l’inclusione in un parco nazionale può, quindi, significare concretamente un’occasione per mettere a frutto, in un circuito economico virtuoso, attraverso un attento ma incoraggiato “ecoturismo”, i luoghi, la storia, le tradizioni, l’artigianato, l’enogastronomia. E, nella mission degli enti parco, di recente, c’è proprio lo sviluppo umano e socio-economico delle popolazioni, che spesso hanno la sensazione che il parco, con i suoi vincoli, debba continuare a sottrarre risorse e diritti e ad imporre norme restrittive a situazioni ormai in cancrena di povertà e disagio. Ma non è così. L’idea è di proporre una politica che promuova lo sviluppo al pari della tutela e il parco va inteso anche come occasione di lavoro e conseguentemente di reddito”.

 

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