Chieti. ‘L’inchiesta pubblica ha evidenziato in maniera incontrovertibile che la rete esistente è largamente sufficiente per la distribuzione del gas a cittadini ed aziende abruzzesi. I consumi di gas si sono ridotti nell’ultimo decennio e anche le cosiddette “punte” (cioè i periodi di massima richiesta) sono arrivati al massimo al 95% della capacità dei gasdotti esistenti per stessa ammissione del proponente (10,5 milioni di gas contro 11 milioni di capacità). La domanda durante questi eventi, peraltro rarissimi, come quello dell’inverno 2012, con la regione coperta da metri di neve, è rimasta entro i volumi di trasporto (Smc) delle infrastrutture esistenti che sono quindi adeguati anche nelle situazioni di emergenza’.
Lo afferma in una nota il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua.
‘Il progetto, in realtà, rientra nella strategia imposta dal Governo Monti di trasformare l’Italia in un “hub del gas” per il Nord Europa. Una follia a solo fine di profitto, in un paese ad alta densità di popolazione, produzioni agricole di pregio e beni culturali, tra quelli a maggior rischio in Europa per terremoti, frane ed alluvioni.
Il nostro paese vede, infatti, un proliferare di gasdotti (TAP, rete Adriatica; Cellino-Teramo-San Marco) e di stoccaggi di gas (come quelli di S. Martino sulla Marrucina e S. Benedetto del Tronto), nonchè di numerosi progetti di estrazione di gas in terraferma. Tutti impianti pericolosi e fortemente impattanti anche sotto l’aspetto economico. Basti pensare alle decine e decine di ettari di preziosi oliveti e vigneti che dovrebbero essere spiantati per far posto ai tubi.
Il progetto, guarda caso, passa accanto a uno stoccaggio già attivo (Treste) e a due in progetto (Sinarca in Molise e S. Martino in Abruzzo). E’ evidente che l’unico interesse è quello della multinazionale inglese di partecipare al progetto faraonico di trasporto di gas verso il Nord Europa.
Vedremo se la Regione Abruzzo difenderà i suoi concittadini o, piuttosto, si schiererà dalla parte di petrolieri ed affini’, si legge in conclusione.