Pescara si mobilità per Michele Cusanno

pescaramunicipioPescara. Michele Cusanno, 47 anni, imprenditore residente a Cepagatti, una moglie, tre figli. Cinque anni orsono Cusanno va in vacanza in Marocco, in compagnia di due amici. Sul posto si muovono con un’automobile di uno dei due. Un posto di blocco, l’auto non risulta essere in regola e i due amici vengono fermati e condannati a tre mesi nelle dure carceri marocchine. Cusanno no, era in albergo, ma si adopera per aiutare gli amici, procura un avvocato e li tira fuori. Fine della brutta avventura, e Michele Cusanno torna in Italia senza carichi pendenti. Cinque anni dopo, e siamo a due settimane fa, Michele parte per una battuta di caccia con il suocero in Albania, ma appena sbarca a Durazzo l’Interpol lo arresta con un mandato di cattura internazionale del tribunale marocchino per una condanna a cinque anni per traffico internazionale di auto. Ma Michele Cusanno è innocente.


Cinque anni in cui nelle medievali aule della magistratura marocchina si è tenuto un processo di cui Cusanno, familiari e conoscenti erano all’oscuro. Mai alcun atto notificatogli in Italia. Buio pesto anche per le autorità tricolori che ignorano del tutto il caso anche adesso, dopo l’arresto. La realtà, purtroppo, è che Cusanno ora è rinchiuso nel carcere di Tirana, in condizioni durissime e soprattutto note solo al cruento immaginario noto all’opinione pubblica in quanto a rigore carcerario di certi Paesi. In sostanza, Cusanno rischia la vita ogni minuto che passa. E dall’Albania potrebbe essere tradotto in Marocco, andando incontro ad un destino ancor più fosco.
Gli appelli dei familiari si fanno sempre più accorati, rivolti a ministero e autorità locali. Arriva oggi, dal palazzo del Comune di Pescara, la notizia che il caso di Michele Cusanno è stato inserito, su richiesta del Pd, all’ordine del giorno dell’assise cittadina; “affinché ci sia una mobilitazione che porti a fare chiarezza su questa intricata vicenda”, dice Moreno Di Pietrantonio, capogruppo in Comune del Partito Democratico, “Pertanto, si invita il Sindaco e la Giunta ad attivare tutte le iniziative presso i Ministeri esteri e giustizia affinché vengano attivate tutte le iniziative atte a tutelare i diritti di un cittadino italiano e fare chiarezza su questa oscura vicenda. Inoltre, si chiede che venga attivata la procedura di estradizione in Italia in considerazione dell’assenza di rapporti tra Albania e Marocco e degli ottimi rapporti tra Italia e Albania  per poter fare chiarezza sull’intera vicenda in modo da poter garantire al nostro concittadino esercizio di tutti i diritti previsti dalla nostra Costituzione e riconosciuti anche a coloro che sono temporaneamente coinvolti in un procedimento giurisdizionale di accertamento delle responsabilità”, recita la sua nota.
Un piccolo ma dovuto passo anche da parte della città di Pescara.

Daniele Galli

 

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