L’Aquila. ”Il Comune de L’Aquila ha sostenuto uno sforzo non indifferente nell’anticipare, per la terza volta, una mensilità del contributo di autonoma sistemazione. La Regione faccia altrettanto e anticipi almeno una parte delle spettanze degli albergatori, per l’ospitalità’ concessa ai terremotati del cratere”.
E’ l’esortazione dell’assessore alle Politiche sociali del Comune de L’Aquila, Stefania Pezzopane, alla luce della protesta dei gestori le strutture ricettive del capoluogo di regione. ”Ormai gli operatori del settore di tutto l’Abruzzo lamentano degli arretrati spaventosi nel pagamento delle loro competenze per aver fornito pasti e alloggi ai senzatetto. E hanno ragione – ricorda la Pezzopane – Hanno prestato una disponibilità’ encomiabile. Lo scorso anno, con la stagione estiva non lontana, hanno accettato che la gran parte dei loro posti venissero assegnati alle tantissime famiglie rimaste senza casa. E hanno riconfermato questo generoso atteggiamento anche quest’anno. Non è possibile – fa quindi notare – che imprenditori che sopportano spese di gestione ingenti, per rendere possibile tale intervento sociale, debbano ancora ricevere arretrati di otto mesi e oltre”.
L’assessore rivolge un appello al presidente della Regione, e Commissario per la Ricostruzione, Gianni Chiodi ”comprendendo benissimo che lui ha lo stesso problema nostro, quello della mancanza di fondi di pronta disponibilità, che dallo Stato continuano a non arrivare”.
La Pezzopane ricorda altresì che il Comune dell’Aquila, anticipando tre mensilità (26 milioni circa) ha fatto uno sforzo enorme. ”La Regione faccia altrettanto e liquidi quantomeno una parte delle somme che gli albergatori ancora attendono – invita – Ben vengano i controlli, come osservato qualche giorno fa dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ma intanto si vada concretamente incontro agli albergatori. Oltre a un’operazione di equità – conclude l’assessore – si eviterebbe un forte incremento della tensione sociale qualora, dopo Ferragosto, gli operatori in questione chiudessero davvero le porte ai terremotati che hanno ancora necessità di questo tipo di assistenza”.