Penne. “Che D’Alfonso abbia una grande capacità nel coltivare i rapporti interpersonali è ormai assodato come è ormai consuetudine che il presidente della Giunta preferisca seguire percorsi “alternativi” nell’adottare i provvedimenti. Un esempio emblematico è quanto accaduto nel mese di giugno 2015 quando l’esecutivo regionale approvò una delibera con la quale si impegnava alla compartecipazione per gli interventi urgenti sull’opificio industriale della Brioni”.
E’ quanto dichiarano il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo e il Capogruppo di Forza Italia, Lorenzo Sospiri che spiegano come “si trattasse praticamente di un finanziamento straordinario per intervento sullo stabilimento di Penne senza però nessuna procedura di bando e quindi senza nessun rispetto della concorrenza, o “aiuto di stato”.
A una prima superficiale lettura qualcuno potrebbe malignare e pensare così a un aiutino in favore di un’azienda che, se è vero che ha 1.200 dipendenti e ha sempre mantenuto un forte legame con il territorio e con la sua gente, oggi per tutta risposta ha deciso di licenziare 400 di quei lavoratori. Riteniamo pertanto che sostenere un’azienda che poi decide ugualmente di mandare a casa i propri dipendenti sia inopportuno e quindi ci chiediamo se sia il caso di revocare il finanziamento”.
“Si tratta dell’ennesimo caso in cui la Regione Facile e Veloce di D’Alfonso – spiegano ancora Febbo e Sospiri – utilizza le risorse pubbliche per imprese e occupazione in modo “superficiale” e i risultati di questa strategia sono assolutamente pessimi. Inoltre è da sottolineare che sulla Delibera in questione (la n.449 del 12/06/2015) non si fa nessun riferimento all’entità del finanziamento che a quanto pare non è ancora arrivato a destinazione, non vorremmo quindi che questa sia la risposta della proprietà alle tante promesse e chiacchiere non mantenute dal Presidente.
Infatti aggiungono ancora Febbo e Sospiri – è bene considerare che in casi simili se ne ricorrono le condizioni, si deve procedere con Opcm (Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri) sullo stato di calamità, poi va stilato con avviso pubblico l’elenco-graduatoria dei danni subiti dai privati e successivamente si procede alla parziale copertura di quota dei danni. Solo così si eviterebbe di commettere violazioni della normativa sulla concorrenza e quindi sugli aiuti di Stato.
Quello operato da D’Alfonso sembra un provvedimento in evidente contrasto con la normativa nazionale ed europea e forse la Brioni ne ha tratto le dovute conseguenze, non facendosi prendere in giro” .
“Nel giugno dell’anno scorso la Regione Abruzzo ha ritenuto di assegnare un contributo alla Brioni di Penne in quanto l’azienda era stata colpita da un cedimento strutturale dovuto ad un fenomeno di dissesto idrogeologico. Speculare su una vicenda del genere è puro sciacallaggio mediatico”.
E’ la replica del vicecapogruppo del PD in Consiglio regionale, Alberto Balducci, alle dichiarazioni dei consiglieri Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri.
“A seguito di una frana verificatasi nella primavera dell’anno scorso – prosegue Balducci – l’azienda era stata costretta a chiudere uno dei tre stabilimenti dislocati nell’area vestina, trasferendo parte della produzione in un altro corpo produttivo. La Regione ha ritenuto opportuno intervenire per garantire la continuità operativa dell’opificio: il 12 giugno è stata approvata una delibera – la n. 449 – con la quale è stata decisa la «compartecipazione per le attività di consolidamento strutturale delle opere fondali da parte degli opifici interessati dal dissesto e di ripristino delle attività produttive della società Brioni, in ragione della competenza intervenuta in capo alla Regione per la mitigazione dei rischi idrogeologici» al pari di tanti altri interventi riguardanti abitazioni, infrastrutture ed edifici pubblici. La somma concessa, pari a 1.5 milioni di euro, è a valere sul FESR 2014-2020 e sarà messa a disposizione dell’azienda non appena arriverà il via libera del Governo. Strumentalizzare questa situazione per meri fini di visibilità politica è l’ennesimo segno dell’imbarbarimento raggiunto dal centrodestra abruzzese”.
“Non siamo d’accordo né nella forma né nella sostanza con quanto sembrerebbe deciso dal gruppo Kering di Pinault. Non si può mettere in mezzo alla strada un solo lavoratore, figuriamoci 400. Ora speriamo che il Governo intervenga, risponda alla interrogazione del nostro deputato Gianni Melilla, che da tempo ha evidenziato la gravità della situazione occupazionale della Brioni, e che riesca, usando la mediazione, a trovare una soluzione. Gli strumenti per far discutere le organizzazioni sindacali dei lavoratori e la proprietà li ha il governo”: a dirlo sono Daniele Licheri, Coordinatore Provinciale, e Guglielmo di Paolo, Coordinatore Circolo di Penne-Area Vestina di Sel. “Occorre ora che il Governo e la Regione – continuano in una nota di – indichino, immediatamente, quali ipotesi intendono percorrere, affinchè, oltre al danno per i lavoratori, che si sta già producendo, si evitino ulteriori danni ai cittadini ed alle comunità locali già fortemente penalizzate”.