“Oggi il vincolo sarebbe stato l’unico strumento per evitare simili interventi di demolizione e ricostruzione: lo poteva porre il Ministero, la Sovrintendenza, lo stesso Comune di Pescara che però non l’ha fatto, rendendo l’intervento odierno legittimo. Per scongiurare altri simili episodi oggi la nuova amministrazione sta già lavorando alla redazione di una variante normativa al Piano regolatore”.
Una svista collettiva? Un edificio che sarebbe sfuggito all’attenzione di tutti? L’unica certezza è che oggi però, sembrerebbe impossibile risolvere il problema con una ‘pezza”. “L’ex centrale del latte – ha meglio chiarito il dirigente Gaetano Silverii – rientra nella zona F5, ossia servizi privati; la domanda di permesso a costruire è stata fatta più di due anni fa ed è rimasta in sospeso per un contenzioso giudiziario promosso dinanzi al Tar, che però non aveva nulla a che vedere con l’origine storica del fabbricato. Dopo due anni abbiamo riconosciuto il diritto del proprietario privato di realizzare l’opera di demolizione e ricostruzione con diversa distribuzione delle superfici esistenti, senza alcun aumento delle stesse. Il progetto ha anche avuto il parere unanime della Commissione edilizia e il Tar stesso aveva anche nominato un Commissario ad acta per il rilascio del provvedimento di costruzione, che poi il Comune ha firmato personalmente. Dunque l’intervento presenta tutti i crismi della legittimità”.
Monica Coletti