Un immobilismo che ha fatto il paio con la quasi totale inattività della commissione consiliare “agricoltura, caccia, pesca e zone interne” (presieduta sempre dal consigliere Giovanni Staniscia), riunitasi pochissime volte e solo su richieste formulate dai gruppi di minoranza.
“Il mondo venatorio” scrive D’Amico in una nota “di cui Staniscia è autorevole rappresentante, lamenta una gestione personale e privatistica della delega con pochi momenti di condivisione e partecipazione vera nelle scelte che l’ente produce direttamente o rappresenta nei tavoli regionali”.
Il capogruppo del Pd chiedeva, dunque, al presidente o il ritiro della delega al consigliere Staniscia oppure d’incidere autorevolmente “affinché abbia una sussulto di dignità” in una pronta ripresa di attività visto che siamo prossimi ad una stagione venatoria e di novità, almeno dal lato della provincia, non c’è ne sono proprio.
“L’unica cosa che Staniscia sa fare” aggiunge D’Amico “è quella di addebitare alla precedente amministrazione tutto quanto non va e non funziona nonché di curarsi privatamente gli affari propri nell’esercizio della delega quasi, il governo dell’istituzione, fosse come lo scantinato di casa propria. Nella lettera al presidente Di Giuseppantonio ho formulato una richiesta di simil – sfiducia al consigliere Staniscia che in un anno non ha prodotto nulla per l’ente ma tanto per se stesso; mi auguro che Di Giuseppantonio si adoperi per rimuovere questa situazione di difficoltà che trova sponde significative di condivisione anche tra ampi banchi della stessa maggioranza di centro – destra verso la quale Staniscia ha un atteggiamento di assoluta dimenticanza e non coinvolgimento nelle decisioni ed attività tanto che, solo grazie alle iniziative dei gruppi di minoranza, apprendono notizie su quanto combina il consigliere delegato”.