Tagli alla sanità in Provincia di Pescara. La Sclocco contro Venturoni

scloccoPescara. “La sanità pubblica in Provincia di Pescara è stata penalizzata a discapito di altre province”. È Marinella Sclocco a lanciare il duro atto di accusa, preannunciando forti azioni di protesta contro l’operato dell’assessore regionale Lanfranco Venturoni. Per il consigliere del Pd “la spoliazione progressiva dell’ospedale di Popoli non è che l’ennesimo atto dell’unica vera politica in materia di sanità perseguita da questa giunta regionale: il depotenziamento delle strutture pubbliche a favore di quelle private. E a farne le spese sono i cittadini che, giorno dopo giorno, assistono impotenti alla sequela di disservizi e di problemi di cui sono involontariamente protagonisti gli ospedali della Provincia di Pescara”. La Sclocco sottolinea la difficoltà degli enti locali di “avere un confronto leale e diretto con il responsabile della sanità regionale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: manca una programmazione condivisa, il piano sanitario regionale non è mai stato applicato. E così vengono chiusi interi reparti, a Pescara come a Popoli, come a Penne, con degenti e pazienti inviati nelle cliniche private”. Il disegno, per il consigliere del Pd, è chiaro: “favorire l’imprenditoria privata scardinando pezzo dopo pezzo la struttura sanitaria pubblica. E c’è di più. Non possiamo non notare con sconcerto che, se da una parte vi sono porzioni di territorio private di servizi sanitari essenziali, dall’altra si cerca di potenziare presidi ospedalieri che hanno la loro sede nei comuni di residenza di autorevoli esponenti di centro destra.  La politica di rigore, se deve esserci, va fatta non a macchia di leopardo ma in base a criteri certi e trasparenti che vanno comunque motivati con documenti e fatti incontrovertibili. Perché nella provincia di Pescara deve rimanere un solo ospedale per acuti mentre nelle altre province ne sono previsti tre o quattro? Chi si vuole favorire e perché? E’ questa una politica sanitaria? Ma noi non resteremo certo a guardare”.

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