Pescara. “La Giunta Comunale di Pescara ha approvato il 9 dicembre scorso la delibera con le modifiche alle norme del ‘Piano spiaggia’, recependo le disposizioni dell’orrendo Piano Demaniale Marittimo Regionale approvato con voto unanime di ‘centrosinistro’ e centrodestra e tiepidissima opposizione M5S”.
La denuncia arriva da Maurizio Acerbo (Rifondazione Comunista), che ha aggiunto
“Ricordo che il Piano Demaniale Marittimo regionale era stato bloccato con 1000 emendamenti dal sottoscritto, ma è stato poi approvato dopo la vittoria di D’Alfonso”.
“Nonostante non fosse obbligata a farlo la Giunta Alessandrini ha introdotto dunque la possibilità di aumentare di un ulteriore 30% il volume dei nostri stabilimenti balneari”.
La delibera a cui fa riferimento Acerbo (n. 746 del 9 dicembre 2015) contiene e approva il Piano Demaniale Marittimo del Comune di Pescara con le sue varianti, che di fatto vanno a ridurre la porzione di arenile libero e ad aumentare il volume degli stabilimenti;
nello specifico, il Piano va a ridefinire alcuni punti: nell’art. 8, ad esempio, relativo agli impianti e alle attrezzature degli stabilimenti sull’arenile, la modifica introdotta prevede che queste possano permanere stabilmente sulla spiaggia per tutto l’anno e comunque fino alla scadenza della concessione, mentre in precedenza le attrezzature mobili degli stabilimenti dovevano necessariamente essere rimosse entro la metà di ottobre;
un altro punto riguarda le dimensioni di lavagnette e cartelloni dei servizi offerti dagli stabilimenti, poggiati sia sull’arenile che sul marciapiede: con la variante possono ora occupare più spazio.
“Aumentare ulteriormente il volume degli stabilimenti è un’autentica follia: basta fare una passeggiata per la nostra riviera per rendersi conto di quanto siano cresciuti grazie a una politica complice e irresponsabile i volumi sul nostro arenile rendendo per molti tratti invisibile e inaccessibile la nostra spiaggia e il nostro mare”, ha proseguito Acerbo.
“A Pescara di tutto si sente la mancanza, meno che di stabilimenti ancor più ingombranti.
“Le organizzazioni di categoria dei balneatori come possono pensare di ricevere solidarietà rispetto alla Bolkstein se poi chiedono di poter continuare con comportamenti così contrari alla tutela di un bene demaniale?”
E conclude “Confido in una mobilitazione della cittadinanza per scongiurare questo scempio”.