Pescara. Il dragaggio del porto canale si presenta come un’operazione improcrastinabile, finanziamenti già approvati, 500 mila euro nel salvadanaio comunale da destinare a tale progetto, ma anche se tutto sembrerebbe pronto, qualcosa manca ancora, manca l’ok regionale. La Regione continua a dire no al dragaggio se non ci si attiva per individuare un sito utile per smaltire i rifiuti che si elimineranno dal fondo del fiume. Quest’oggi nel vertice convocato dal sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia sul problema dragaggio si è discusso a lungo.
Presenti l’assessore all’ambiente Isabella Del Trecco, i dirigenti dell’Arta e dell’Aca, Riccardo Padovano, segretario del Sib-Confcommercio, e Riccardo Ciferni, presidente del Consorzio Ciba, in rappresentanza dei balneatori, Bruno Santori, vicepresidente della Camera di Commercio e rappresentante degli armatori commerciali, e l’impresa Luca Nicolaj che si è aggiudicata la gara d’appalto per il dragaggio indetta dal Provveditorato alle Opere Marittime. Il sindaco ha concluso l’incontro scrivendo una lettera urgente indirizzata al Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, al vicepresidente Alfredo Castiglione, all’assessore al Bilancio Carlo Masci e ai consiglieri Lorenzo Sospiri, Nicoletta Verì, Nazario Pagano, Federica Chiavaroli, Ricardo Chiavaroli e Alessandra Petri, oltre che al dirigente Sorgi per sollecitare l’immediata convocazione di una riunione.
“Chiedo la mobilitazione del presidente della Regione Abruzzo Chiodi e di tutti i consiglieri e gli assessori regionali eletti a Pescara per individuare d’urgenza il percorso, è necessario garantire la sicurezza di coloro che quotidianamente operano sul nostro fiume, un’operazione che non può bloccarsi per un mancato nulla-osta sul sito utile allo stoccaggio del materiale. A questo punto chiedo agli stessi consiglieri regionali di convocare un vertice urgente con l’amministrazione comunale per definire l’iter più veloce da intraprendere, – ha dichiarato Albore Mascia-. Attualmente – ha sottolineato il sindaco– siamo in una sorta di empasse tecnico: lo scorso 18 giugno la Direzione delle Opere marittime ha aperto le buste contenenti le offerte delle cinque imprese invitate alla gara d’appalto per il dragaggio, gara che, tra i requisiti, chiedeva alle ditte la disponibilità di un sito per lo stoccaggio dei detriti e della sabbia rimossa che, a causa delle nuove normative non potranno più essere gettati in una discarica a mare, né tantomeno è possibile utilizzare la vasca di colmata”.
L’impresa vincitrice, sarebbe in attesa dell’ultima approvazione, da parte della Regione Abruzzo, del progetto relativo al sito di stoccaggio, individuato nella zona industriale di Città Sant’Angelo, nulla osta fermo in Regione, impedendo l’avvio delle operazioni di escavazione dei fondali, con grave danno per la marineria, le imprese e l’intera città. A sollevare l’emergenza sicurezza inoltre, è stato lo stesso Padovano, del Sib-Confcommercio: “E’ chiaro che occorre intervenire per tutelare le vite umane che ogni giorno si ritrovano a navigare in piena notte all’interno del nostro porto canale: a questo punto è opportuno il coinvolgimento delle Istituzioni a tutti i livelli, anche ministeriale, per sollecitare un provvedimento d’urgenza che consenta la tempestiva escavazione dei fondali, com’è accaduto anche al porto di Marina di Massa”. “Comprendiamo le ragioni dei dirigenti regionali che pongono un ‘caso’ di requisiti nella partecipazione alla gara – hanno ripreso il sindaco Albore Mascia e l’assessore Del Trecco -, ma è evidente che a questo punto occorre trovare una soluzione, i detriti continuano a saturare lo scalo”. E hanno molti problemi anche gli imprenditori commerciali, come più volte ha segnalato Bruno Santori, vicepresidente della Camera di Commercio. La stessa Di Properzio oggi effettua il trasporto e il rifornimento del carburante tre volte a settimana anziché una volta come in precedenza per viaggiare con la stiva piena a metà e non avere problemi con il fango e i detriti. Nel frattempo la stessa Direzione Marittima invierà una nota tecnica alla Regione per ufficializzare le condizioni attuali del porto di Pescara.
Casciano: “Sul dragaggio bugie lucide e perpetuate”
Secca la replica, in una nota, segretario cittadino Pd Stefano Casciano: “È da mesi che da Palazzo di Città annunciano l’imminente dragaggio del porto canale e oggi, invece, il sindaco Mascia lancia un appello a Chiodi e ai consiglieri regionali per definire l’iter più veloce da intraprendere. È inammissibile che l’unica cosa che sia riuscito a produrre Mascia fino al 22 giugno sulla questione dragaggio sia solo una richiesta d’aiuto. Non può ripresentarsi con le stesse scuse di sempre, non può venire a parlarci di una vasca di stoccaggio piena e di un sito non pronto dopo tutto questo tempo. Queste criticità erano note da troppo tempo e andavano risolte in fretta, non usate oggi come scudo anti accuse. È il solito e stancante scaricabarile a cui il sindaco e i suoi ci hanno abituati e, fra l’altro, è la conferma che i cittadini e gli operatori commerciali sono stati presi in giro per mesi”.
Casciano non risparmia nomi ed epiteti, e si rivolge ad un ‘quartetto di amministratori improvvisati’, composto da Albore Mascia, Masci, Fiorilli e Sospiri: “Il 5 febbraio scorso Masci annunciò il dragaggio, poi toccò a Mascia e Sospiri, il 6 marzo, poi la Stasi, il 27 marzo, e infine l’assessore Fiorilli, il 14 aprile. Conferenze stampa in pompa magna, durante le quali il quartetto che sta portando Pescara allo sfacelo non ha fatto altro che mentire lucidamente su lavori che non sarebbero mai iniziati. Ma la pazienza di tutti ha un limite. Sono amministratori improvvisati, una banda di dilettanti che altro non sa fare che far ricadere sempre le colpe della loro incompetenza su altri o su altro. Sarebbe il caso di fare un mea culpa e assumersi le proprie responsabilità invece di ripresentarsi il 22 giugno con in mano una lettera indirizzata a Chiodi e, nell’altra, la storia del perché, ancora una volta, non si è prodotto nulla”.
Conclude, il segretario cittadino Pd, parlando di una duplice ma comunque sconveniente soluzione: “Oggi ci troviamo davanti ad un triste bivio: fare il dragaggio a stagione iniziata, che significherebbe intorbidire le acque del mare o, dall’altro, non fare il dragaggio, che comporterebbe una maggior insicurezza per i pescatori, a causa dei fondali bassi, e il non poter utilizzare il porto canale per le navi commerciali e turistiche. Questo è quello a cui ci hanno portato i nostri amministrazioni comunali e regionali”.
Monica Coletti