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Provincia Teramo, ecco la nuova pianta organica: 94 dipendenti e 3 dirigenti

Teramo. Come previsto dalla legge di riordino e dai provvedimenti di attuazione, anche la Provincia di Teramo ha approvato la nuova pianta organica ridefinendo i settori e il numero dei dipendenti sulla base delle funzioni fondamentali: viabilità, edilizia scolastica, pari opportunità, pianificazione territoriale e ambiente anche se la Regione Abruzzo, con la sua legge di riordino, ha avocato a sé tutte le funzioni riguardanti l’Autorizzazione unica ambientale.

 

Sulla base di questi presupposti e dei criteri fissati dala Funzione pubblica, il nuovo ente di area vasta avrà 166 dipendenti suddivisi in tre aree: quella tecnica, la più grande, con 94 dipendenti; i servizi di area vasta e quella della gestione delle risorse (umane, strumentali ed economiche). I dirigenti passano da sette a tre, le posizioni organizzative da 46 a 19. Rimane un presidio di 8 vigili provinciali.

 

 

Sulla “piattaforma” – strumento per la gestione dei trasferimenti dei dipendenti provinciali ad altri enti – sono collocati 111 dipendenti che hanno percorsi differenti: 67 provengono dalle funzioni non fondamentali e che, quindi, dovrebbero essere riassorbiti dalla Regione; 28 provengono dai Centri per l’Impiego e sono destinatari di appositi provvedimenti governativi e regionali; 16 sono i prepensionamenti. Poi ci sono 6 Vigili provinciali destinati a transitare in Regione o nei Comuni.

 

 

I dirigenti che seguiranno il destino regionale perché riconducili a settori trasferiti sono Piergiorgio Tittarelli, Piero De Camillis e Renata Durante; Antonio Flamminj figura nell’elenco dei pre-pensionamenti. In Provincia, quindi, rimangono tre dirigenti.

 

 

 

“Nessun dipendente è senza rete, non c’è nessun esubero; il risultato di oggi è stato raggiunto grazie ad un paziente e certosino lavoro con la Regione e le ooss – dichiara il presidente Renzo Di Sabatino – abbiamo colto questa occasione per riorganizzare l’ente sulla base dei servizi fondamentali, ed era scontato, ma anche ragionando sul presente prossimo e sul futuro dell’area vasta. Nasce così l’area dei servizi di area vasta, con dentro tutte quelle funzioni che possono essere erogate in forma aggregate e che oggi mettono in difficoltà soprattutto i piccoli enti locali: dalla stazione unica appaltante alla digitalizzazione, dall’assistenza giuridica alla comunicazione fino al settore acqua e rifiuti che, da legge regionale, dovrebbero essere gestiti in un sub ambito provinciale. Funzioni che possono essere potenziate se i Comuni cominciano a percepire il nuovo ente di area vasta non come qualcosa di altro da loro ma come un organismo a servizio degli enti locali. Rispetto al passato, quello che salta all’occhio, è il riequilibro fra amministrativi e tecnici con l’area tecnica decisamente più consistente”.

Passaggio fondamentale, quello della nuova pianta organica, rispetto al processo di riordino ma non è però l’ultimo; semmai l’avvio verso la riorganizzazione delle funzioni degli enti locali. Trasferimenti di dipendenti e servizi avverranno, infatti, nel corso del 2016 attraverso gli accordi bilaterali fra enti.