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Le Province restano senza risorse, Pescara e Chieti lanciano l’unficazione dei servizi

Pescara. Parte dall’Abruzzo il primo esperimento in Italia di accordo tra Province limitrofe per la gestione associata di servizi dell’area vasta. Provincia di Pescara, Provincia di Chieti e Arit (Agenzia Regionale per l’Informatica e la Telematica) avviano un nuovo percorso organizzativo per la progressiva unificazione dei servizi, a partire da quelli informatici e telematici.

Nel corso di una conferenza stampa, stamani, è stato firmato un accordo che consentirà, entro il 2016, la gestione associata dei servizi comuni ai due enti, per migliorare l’efficienza dei servizi stessi e ottenere risparmi significativi. All’incontro con la stampa hanno partecipato i Presidenti di Pescara e Chieti,  Antonio Di Marco e Mario Pupillo, i segretari generali delle due province, Antonello Langiu e Angelo Radoccia, e il presidente dell’Arit, Andrea Grilli, i quali hanno illustrato i particolari del percorso di unificazione dei servizi.

L’unificazione avverrà progressivamente, mediante la stipula di apposite convenzioni e sulla base di un progetto, che prevede innanzitutto la creazione di una piattaforma informatica unica, con condivisione di software e con il supporto di A.R.I.T. La piattaforma informatica comune è il presupposto per poter operare insieme, anche in vista della creazione di un polo informatico unico, in grado di offrire i propri servizi ai Comuni delle Province interessate, realizzando un sistema complessivamente più efficiente ed efficace.

“La progressiva riduzione delle risorse finanziarie messe a disposizione delle Province – ha dichiarato in apertura il presidente Di Marco – ha reso problematica, la possibilità di svolgimento delle funzioni fondamentali e, a maggior ragione, la possibilità di  supporto ai Comuni dei rispettivi territori. L’ unificazione dei servizi ci consentirà di ottenere opportune economie di scala e condividere i punti di forza delle rispettive organizzazioni, riuscendo a produrre servizi più numerosi ed efficienti per le rispettive comunità locali”.

In pratica saranno gestiti in maniera associata tutte le funzioni fondamentali delle Province, nei settori della viabilità, edilizia scolastica, ambiente, comprese le attività trasversali e interne di funzionamento: ufficio del personale, uffici stipendi e pensioni, ragioneria, economato ecc. La progettazione delle opere pubbliche potrà essere unica, così come la gestione degli edifici scolastici. Le questioni ambientali a maggior ragione saranno gestite unitariamente, senza steccati e limiti territoriali.  “Che senso ha – ha dichiarato ancora Di Marco – occuparsi del fiume Pescara separando gli interventi e le politiche di bonifica? Che senso ha gestire il tema della viabilità tra Pescara e Chieti, quando le strade percorrono territorio senza soluzione di continuità?”.

“Con la vendita di molti immobili alla Invimit e la riduzione progressiva del personale, la Provincia di Chieti ha recuperato risorse e ossigeno per poter andare avanti. Questo accordo ci dà una visione di prospettiva per i prossimi anni. Secondo noi è questo il futuro degli “Enti di area vasta”, così come le attuali Province saranno chiamate dal prossimo anno, quando entrerà in vigore la riforma costituzionale.

Intanto le Province stanno continuando ad operare con notevoli sacrifici. La contrazione di finanziamenti pubblici e l’impoverimento del personale, dopo i pensionamenti e prepensioanmenti degli ultimi anni e i trasferimenti per mobilità in virtù dell’applicazione della legge Delrio, le Province di Pescara e Chieti hanno subìto una riduzione del personale del 30%, passando dagli oltre 400 dipendenti del 2010 per entrambe le Province agli attuali 270 di Pescara e 280 di Chieti. Il numero dei dirigenti è stato ridotto drasticamente, passando da 9 a 5 (Pescara) e da 11 a 2 (Chieti). Se tutto questo ha consentito un risparmio di costi per il personale, per mantenere lo stesso livello di efficienza non bastano più sacrifici e lavoro straordinario dei dipendenti, ma occorre, appunto, razionalizzare l’organizzazione di servizi, ottimizzando le forze e rendendoli trasversali. Tutto ciò anche per favorire l’affiancamento, sempre per i medesimi servizi, alle attività dei Comuni, anch’essi colpiti gravemente dai tagli delle risorse economiche e del personale.