Chieti, Di Stefano: ‘Villaggio del Mediterraneo, struttura nata male e finita peggio’

Chieti. “Già dalla nascita di questa struttura noi denunciammo molti aspetti discutibili: una Legge Regionale ad hoc, voluta dall’allora Governo Del Turco, che non solo dava enormi premi urbanistici agli imprenditori a capo dell’iniziativa ma, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto obbligare Asl, Ater ed Università ad acquistare tutte le strutture che sarebbero rimaste sul territorio dopo l’evento sportivo”.

Lo afferma in una nota Fabrizio Di Stefano che aggiunge: “Una Legge Regionale dunque che obbligava enti che avevano una propria autonomia, o addirittura soggetti diversi, come l’università, a degli acquisti “improvvidi”, è sicuramente discutibile. Un’opera di impatto architettonico assolutamente opinabile collocata in una delle porte d’ingresso della città. In quell’epoca Luigi Febo era assessore del Comune di Chieti, per cui quanto meno le responsabilità politiche di quell’obbrobrio urbanistico ce le aveva e ce le ha tutte”.

“Ricordo poi – spiega Di Stefano- che il principale promotore dell’iniziativa fu l’impresa Di Cosmo, nel mentre la sorella era
Assessore comunale e collega di Febo. Vedere ora che Luigi Febo è anche delegato, o almeno così sembrerebbe, o comunque estremamente interessato (anche se fosse soltanto un interesse politico), lascia decisamente perplessi , e che questa specifica attenzione perduri nel corso degli anni. Scoprire poi che quell’immobile è oggi di proprietà dell’ Inpdap lascia ancor di più stupiti”.

“C’è da domandarsi, cosa che farò per vie istituzionali: quando e come la proprietà è passata nelle mani dell’Inpdap? Con quali valutazioni e quali furono i soggetti che hanno seguito anche professionalmente l’operazione”?Certo è che la domanda che si pone il giornalista del quotidiano” Il Centro” questa mattina : “……e se fosse diventato sindaco, sconfiggendo Di Primio al ballottaggio, come avrebbe potuto diffidare la Campus X a far sloggiare gli studenti?”….è inquietante!”.

“La vicenda è imbarazzante – conclude il Parlamentare- e Febo farebbe bene a fare massima chiarezza su diverse questioni: per quale motivo ha fatto richiesta in Comune del certificato in cui si dichiarava esplicitamente che “l’edificio delle due torri era destinato ad uso studentato” e di fatto con tale documento si certificava l’irregolarità alla base di tutto ? Perché quello specifico interesse? Sapeva che la struttura era di proprietà dell’Inpdap? E qualche altra risposta ancora ci riserveremo di chiedergliela in appresso”.

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