Chieti. “Sempre la stessa storia, o meglio, lo stesso copione. Praticamente non conosce limiti la scorrettezza politica dei rappresentanti del centrodestra di Chieti i quali, nonostante la campagna elettorale sia finita da oltre un mese, continuano imperterriti ad utilizzare come costante la “tattica denigratoria”, finalizzata a screditare l’avversario politico attraverso comunicati stampa con notizie di fatti e circostanze assolutamente non veritiere”.
Così in una nota il segretario politico di Giustizia Sociale, Bruno Di Paolo, che aggiunge: “Il tutto con l’evidente scopo di provare, a turno, ad imbavagliare gli avversari politici e in particolar modo Bruno Di Paolo di Giustizia Sociale, nemico ormai giurato dei tre potenti “qui”, “quo”, “qua” della politica di élite di Chieti. Questa volta ad entrare a “gamba tesa” sul mio nome è toccato al Rag. Marco D’Ingiullo che, forse per la contentezza della sua “promozione” da Assessore a semplice consigliere comunale si è addirittura avventurato in una disamina politica, terreno evidentemente a lui poco congeniale, chiudendo con la solita frecciata di discredito alla mia persona tanto falsa quanto fuori luogo: “..ricordo a Di Paolo che la sua nomina nel C.d.A. dell’Ater subito dopo le elezioni del 2004, forse lo aveva dimenticato”, alludendo in maniera neanche troppo velata, ad un “contentino” politico ricevuto da parte di qualche benefattore potente per essermi candidato alle elezioni provinciali.
Capisco l’ansia di buttare fango sul mio nome per far felice i suoi capi, ma il Consigliere D’Ingiullo farebbe bene a documentarsi prima di scrivere stupidaggini perché la nomina all’Ater a cui fa riferimento è datata addirittura 2002, quindi ben due anni prima delle elezioni del 2004, e di conseguenza appare difficile che mi possa essere stato dato un “contentino” due anni prima delle votazioni come ringraziamento politico. Non solo, ricordo al distratto consigliere D’Ingiullo che nel 2004 non sono stato nemmeno candidato alla Provincia e che l’unica mia candidatura in questo Ente risale al 2009, ben sette anni dopo la nomina che ha tirato maldestramente in ballo. La verità è che i “paladini” del centrodestra ne inventano una dopo l’altra perché hanno capito che screditare l’avversario attraverso gli organi di stampa con notizie denigratorie e, peggio ancora, false, paga molto in termini di consenso elettorale. Però, e nessuno lo può negare, sono azioni molto, molto scorrette, soprattutto se chi utilizza questi mezzucci squallidi riveste una carica istituzionale. Prima di parlare a vanvera , quindi il rag.Marco D’Ingiullo dovrebbe prendere piena coscienza dell’importante ruolo che rappresenta all’interno del Consiglio Comunale, magari provando a ridere meno (e spesso a sproposito), per essere più presente mentalmente ai lavori consiliari e prestare la dovuta attenzione alle dinamiche dialettiche sui punti all’ordine del giorno”.
“L’essere intervenuto, facendo una vera e propria figuraccia, nella discussione di un emendamento (accusandomi di averlo proposto in maniera strumentale quando in realtà era stata presentata dal collega Raimondi) che era già stato dibattuto in Aula (almeno venti minuti prima), votato e respinto (anche con il suo voto), significa da parte del Consigliere D’Ingiullo la totale assenza di attenzione allo svolgimento dei lavori del Consiglio, di non sapere nemmeno cosa vota e soprattutto di non leggersi con attenzione gli emendamenti tanto da non individuarne il firmatario.
Senza parole….”.