Avezzano. ‘I consiglieri regionali di maggioranza della sinistra marsicana avevano garantito che sarebbero restati ad Avezzano i sette uffici nei due servizi rimasti all’Arssa ed invece ne sono stati tagliati ben tre, proprio quelli più attinenti al territorio, con la conseguenza che molti dipendenti dovranno anche trasferirsi a L’Aquila o a Pescara’.
Lo afferma il coordinatore provinciale del Ncd- Area Popolare, Massimo Verrecchia.
Addirittura – continua Verrecchia – ad uno dei quattro uffici rimasti ad Avezzano gli viene attribuita anche la competenza ‘Ittico sportiva’. Non capiamo quindi, – continua l’esponente del Ncd-Ap – se la sinistra ed il Pd, trascurano volutamente gli agricoltori marsicani del Fucino o stimolano gli stessi a ritornare a pescare come quando prima c’era il lago.
Ma probabilmente quegli uffici che si libereranno potrebbero essere utili al sindaco di Avezzano per duplicare qualche ufficio comunale visto che ha già ricevuto ben 80mila euro, conclude Verrecchia.
Forza Italia:’Uffici a Pescara colpo mortale per Marsica’
“Un colpo mortale per l’agricoltura marsicana!”. Cosi’ il consigliere regionale Emilio Iampieri, definisce la delibera di Giunta regionale con cui D’Alfonso ha centralizzato tutti gli uffici piu’ importanti e i relativi servizi all’agricoltura trasferendoli in blocco a Pescara. “Una ristrutturazione semplicemente assurda, come se la Capitaneria di Porto venisse trasferita ad Avezzano” afferma l’esponente di Forza Italia.
“Tutti gli uffici agricoli attivi ad Avezzano, non certo per generosa concessione di alcuno ma per il semplice motivo della forte vocazione e soprattutto concentrazione delle attivita’ agricole sul nostro territorio, saranno spostati a Pescara, comprese le attivita’ di istruttoria, sinora svolte in loco. Il che significa che per venire a fare controlli, non soltanto ad Avezzano ma in ogni territorio in cui l’agricoltura e’ vivace, i funzionari regionali dovranno spostarsi da Pescara con un aumento dei costi esponenziale. Per non parlare dei pellegrinaggi a Pescara che gli agricoltori marsicani dovranno fare per portare avanti ogni pratica, dal certificato piu’ insignificante alle autorizzazioni di routine per arrivare a quelle piu’ articolate e complesse, perche’ gli uffici agricoli necessitano di un front office piu’ diffuso possibile e non centralizzato, tanto piu’ se si considera che l’Abruzzo e’ l’unica Regione che non ha un servizio informatico adeguato. Se si volevano disincentivare gli agricoltori a fare il loro mestiere non si poteva adottare una delibera piu’ efficace. Non si tratta di una battaglia di campanile – precisa Iampieri – perche’ a vivere lo stesso disagio saranno anche la Val Vibrata e il vastese, cosi’ come ogni zona che ha una importante presenza di attivita’ agricole e che si trovera’ a fronteggiare i disservizi e i ritardi che questa sciagurata ristrutturazione provochera’ non appena dovesse entrare in vigore. Mi auguro che i colleghi – i consiglieri marsicani di maggioranza e minoranza in particolare – si uniscano alla mia protesta e chiedano con fermezza il ritiro immediato della delibera in autotutela e una ridiscussione piu’ attenta in Commissione Agricoltura, esaminando con la dovuta attenzione le proposte delle associazioni di categoria, completamente ignorate. Ne’ si pensi – assicura Iampieri – che eventuali contentini, come lasciare gli uffici di ispettorati ormai svuotati di competenza o di caccia e pesca sportiva sul terrirorio, possano far tacere il nostro dissenso. L’agricoltura e’ il motore della marsica e se qualcuno pensa di spegnerlo, si sbaglia di grosso. A tal proposito, infatti, stiamo valutando la possibilita’ di rivolgerci ai competenti organismi europei, perche’ la legge europea impone una chiara e netta diversificazione dell’autonoma attivita’ di controllo sull’uso dei fondi comunitari in agricoltura e accentrarla con tutti gli altri uffici e’ una forzatura inaccettabile. Un ultimo pensiero – conclude Iampieri – voglio rivolgerlo alle professionalita’ che da anni hanno operato ad Avezzano, creando strutture efficienti e puntuali, la cui esperienza e’ stata mortificata con una delibera fondata sull’ignoranza, in senso letterale, delle dinamiche e delle esigenze del mondo agricolo”.