Un incontro al quale hanno partecipato anche il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, la Presidente della Provincia Stefania Pezzopane, il Prefetto Franco Gabrielli ed il vicecapo della Protezione civile De Bernardinis. Ma dal quale non si è usciti con delle proposte concrete sullo smaltimento delle macerie.
Un punto d’accordo però c’è: è quello fra il Ministro della Difesa Ignazio La Russa e Gianni Chiodi, concordi nel chiedere che all’Aquila dello smaltimento delle macerie se ne occupino i soldati, limitando così le deroghe per gli appalti per la rimozione del materiale.
Secondo alcuni calcoli degli amministratori locali, per rimuovere i 3 milioni di metri cubi di macerie sarebbero necessari circa 1.400 viaggi di mezzi idonei al trasporto.
E arriva da Lucrezio Paolini (Idv) l’invito a Chiodi a rendere obbligatoria l’applicazione della Legge 231/2001, che ha introdotto nel nostro ordinamento il principio della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche per specifiche tipologie di reato commesse dai propri amministratori, dipendenti e manager. Il riferimento è al rischio di infiltrazioni mafiose nello smaltimento delle macerie, un affare ritenuto ghiotto, secondo quanto trapela da fonti giudiziarie, per le associazioni malavitose.
E intanto Confcommercio preme per la riapertura delle attività commerciali nelle (poche) strade riaperte del centro storico. All’incontro, al quale hanno preso parte Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, CNA, il vice sindaco Gianpaolo Arduini e gli Assessori Marco Fanfani, Piero Di Stefano e Vladimiro Placidi, le associazioni hanno presentato al Comune le planimetrie degli assi viari già riaperti ( Corso Federico II, via San Bernardino, Via Castello e Via Sallustio) e di quelli da poter riaprire e che potrebbero vedere la parziale ripresa di alcune attivita’ commerciali.
L’agibilità parziale sarebbe la via da percorrere per poter riaprire.
Ma, a pochi metri dalle transenne che separano zona rossa da vie percorribili, rimangono ancora bene in vista i tre milioni di metri cubi di macerie.
Eleonora Falci