Sulmona. “Sarebbe stato più opportuno se al posto della risoluzione respinta, sulla tutela dei punti nascita in Abruzzo, fosse stata la maggioranza in Consiglio regionale a presentare un suo documento, che ribadisse i termini adottati dalla delibera di giunta, con cui si posticipava di due anni la chiusura dei punti nascita. Tempo necessario per individuare una soluzione, a tempo indeterminato, di salvezza. Ritengo che il dialogo con la Regione Abruzzo vada mantenuto aperto proprio su questo terreno. La Regione sta gravemente sottovalutando questo problema”.
Lo dichiara la senatrice Stefania Pezzopane, alla luce delle polemiche sul voto in Regione della risoluzione della minoranza.
“Detto questo, ritengo assurde le affermazioni, le strumentalizzazioni polemiche e le illazioni, che leggo sulla stampa in queste ore. Sono ingenerose, ingiuste e pericolosissime -continua la senatrice- Comprendo l’amarezza, che è anche mia, ma sinceramente io ed altri ci abbiamo messo la faccia su questa vicenda e continueremo a farlo.
Le accuse di ostilità nei confronti del territorio andrebbero rivolte semmai a chi ha votato contro la risoluzione, non a chi ha lottato al fianco dei sulmonesi per la salvezza del punto nascita, e andrebbero rivolte anche a chi fino ad oggi, a partire dalla precedente giunta regionale, ha operato scelte penalizzanti e assurde per la sanità della Valle Peligna, indebolendo terribilmente il presidio di Sulmona, che ha perso vertiginosamente utenza per i mancati investimenti in termini di personale, tecnologie e tecniche di modernizzazione del parto.
Allora pongo due questioni. Sono una donna e so cosa significa il parto. Quale sicurezza si intende garantire alle donne dell’Alto Sangro e della Valle Peligna? Quanti chilometri dovranno fare magari nei mesi invernali? Siete tanto sicuri in Regione Abruzzo che così le partorienti saranno sicure? E quanto costerà attrezzare tutto il sistema di compensazione? E poi aggiungo, come si può parlare da un lato di razionalizzare i costi della sanità, chiudendo il punto nascita e dall’altra leggere sulla stampa le dichiarazioni di chi, come il manager della ASL di Pescara, già si prepara a potenziare i punti nascita della costa con nuovi edifici e personale, per sopperire le chiusure delle nostre aree interne? E poi ancora si può fare un investimento impegnativo per un ospedale nuovo che prevede il punto nascita a Sulmona, mettere la prima pietra e poi svuotarlo di reparti, prima ancora che sia finito?
Da parte mia continuerò a sostenere la battaglia per Sulmona, la battaglia delle donne della Valle Peligna e di tutte le zone interne che hanno diritto, come tutte le altre donne, ad un parto sicuro, un parto in casa propria, senza essere costrette a disagi e spostamenti inammissibili ed estenuanti per mettere al mondo un figlio.
La battaglia per Sulmona si può ancora combattere, se tutti i consiglieri regionali facessero massa critica, mettendo da parte le logiche di appartenenza partitica, ma pensando solo alla tutela dei diritti dei cittadini.
Auspico che in Consiglio regionale si possa presentare a breve un nuovo documento, in cui ci sia una proposta di speranza”.