Pratola Peligna. ‘L’amministrazione provinciale dimostra ancora una volta di scivolare nella retorica del revisionismo storico. Già l’intitolazione di un’aula di scuola pubblica ad un vecchio podestà, alla presenza della vice-Presidente Antonella Di Nino, aveva suscitato in precedenza le giuste polemiche della cittadinanza pratolana attenta ai valori costituzionali di antifascismo e democrazia’, si legge in una nota a firma Giacomo De Fanis, coordinatore provinciale Giovani Comunisti e del circolo PRC della Valle Peligna.
‘Pratola Peligna, comune Medaglia di Bronzo al Merito Civile, può vantare di aver avuto tra i propri concittadini antifascisti come Rocco Di Pillo, deportato nei campi di sterminio di Flossenbürg, a cui l’amministrazione dovrebbe pensare piuttosto che alla questione delle foibe per l’intitolazione di luoghi pubblici, su proposta di realtà politiche come Goccia Tricolore’, si legge nella nota.
‘Pare che la memoria ultimamente sia davvero unilaterale e sproporzionata: tutti dimenticano sterminio, stragi e crimini di cui si sono resi responsabili non solo i nazisti ma anche i fascisti italiani nei territori dell’ex-Jugoslavia. I crimini di cui si sono macchiati quegli “italiani, brava gente” sono oggetto di sistematica rimozione mentre le fucilazioni delle foibe, che arrivarono al termine della guerra, dopo venti anni di italianizzazione forzata, di razzismo e di violento imperialismo fascista, viene ingigantita e decontestualizzata da una retorica nazionalistica che rischia di riproporre conflittualità su base pericolosamente xenofoba.
Ricordiamo che queste prese di posizione sono fermamente condannate dalla Slovenia, che più volte ha accusato il nostro paese di smemoratezza dolosa. È pertanto assai pericoloso assecondare la retorica non patriottica ma patriottarda introdotta dal giorno del ricordo voluto dal governo Berlusconi, teso ad accreditare la falsa tesi degli opposti estremismi politici, che vorrebbe equiparare fascisti e partigiani’, insiste De Fanis.
‘La storia non è una coperta che si tira da un lato o dall’altro a seconda delle esigenze! La responsabilità storica dei drammi della guerra, anche dei morti delle foibe, va imputata esclusivamente al fascismo, tanto italiano che tedesco e croato, piuttosto che ai partigiani jugoslavi, partigiani come i nostri che liberarono le loro terre dall’invasore fascista.
La libertà repubblicana di cui godiamo è stata conquistata dalla resistenza partigiana, in cui si distinse l’eroica Brigata Maiella, che riunì patrioti di diverse fedi politiche nella lotta contro il fascismo. È doveroso fare un uso storicamente corretto e politicamente onesto di questa libertà, anziché alimentare equivoci tirando in ballo una questione resa controversa dalle strumentalizzazioni della destra – basti pensare alle numerose iniziative dedicate alle foibe dai nuovi pericolosi gruppi politici di ispirazione neofascista’. De Fanis conclude chiedendo alla Provincia di porre rimedio a quello che a suo giudizio è un errore grossolano.
‘La vice-Presidente Antonella Di Nino e l’amministrazione provinciale pongano riparo a questo errore! Si impegnino a rendere il giusto omaggio ai cittadini pratolani che furono vittime del nazifascismo, piuttosto che assecondare la retorica revisionista alimentata dalla recente istituzione del giorno del ricordo’.