Chieti. “Dopo cinque anni Di Primio e Vitale si svegliano dal letargo e ricordano l’esistenza di un progetto di reinserimento lavorativo denominato In.Te. che dovrebbe riqualificare il sito ex Burgo per garantire nuova occupazione alle maestranze della Cartiera”.
Così in una nota il consigliere comunale di Chieti, Riccardo Di Gregorio, che aggiunge: “Vitale, ieri nel corso del Consiglio Comunale, ha chiesto addirittura, con un Ordine del Giorno, l’impegno da parte del Sindaco di verificare la reale fattibilità del progetto pena la declassificazione dei terreni in questione da edificabili ad agricoli. Non ci sono parole per definire ciò che appare dinanzi agli occhi dei cittadini: ovvero la totale incapacità dell’Amministrazione Di Primio di incidere realmente sullo sviluppo economico della Città. Siamo ai limiti di una possibile truffa ai danni dello Stato se si pensa che i lavoratori ex Burgo hanno ottenuto la Cassa Integrazione in Deroga proprio sulla base dell’esistenza del progetto di reinserimento lavorativo di cui trattasi. Il progetto In.Te. è fumo negli occhi dei lavoratori e rappresenta una vera e propria presa in giro nei confronti della Città che tanto ha dato alla Burgo e che oggi si ritrova maltrattata a causa dell’inerzia prodotta da quanti, amministratori e non, si riempiono la bocca di promesse e di progetti faraonici vedi Megalò2, Megalò3, progetto In.Te., estensione del Peep di Levante, guarda caso tutti facenti capo alla stessa persona. La verità vera è che il tutto è fermo a ben quattro anni or sono, quando in Commissione Consiliare ci venne presentato un documento recante il nome di alcune Aziende che avevano manifestato un certo interesse, e ad oggi nessuno sa quante e quali siano le aziende realmente coinvolte nel Progetto In.Te.”.
“Non posso esimermi dall’esprimere la massima solidarietà alle tante famiglie di quei lavoratori che attendono ancora risposte concrete – conclude Di Gregorio – e certe sul loro futuro occupazionale chiedendo loro, come già fatto in passato, di tornare a riunirsi pretendendo che il Prefetto di Chieti intervenga facendo chiarezza una volta e per tutte”.