Una riunione ristretta, con gli Istituti coinvolti, per trovare una soluzione condivisa per l’ITI Marino ospitato in quattro plessi dalla chiusura della scuola, nel 2017, dopo i risultati della vulnerabilità sismica. Si è svolta dopo una lunga Conferenza scolastica alla quale la Provincia ha invitato a partecipare anche la Consulta degli studenti e lo stesso Comitato degli insegnanti dell’Iti. Al debutto il nuovo dirigente scolastico, Massimiliano Nardocci che negli anni passati aveva già diretto l’ufficio teramano. Al tavolo “ristretto” si sono confrontate le dirigenti Del Di Poppa – Rozzi, Caterina Provvisiero; la dirigente dell’Einstein Scientifico, Clara Moschella, Stefani Nardini del’Ipsia “Alessandrini-Marino”, la nuova dirigente del Milli, Manuela Divisi; il consigliere delegato all’edilizia scolastica, Luca Frangioni; il dirigente tecnico, Francesco Ranieri e naturalmente Nardocci.
La provocazione del presidente, Diego Di Bonaventura. “Se ci dividiamo ora, se ora non riusciamo a trovare una soluzione, cosa faremo quando dovremo delocalizzare oltre 500 studenti che dovranno lasciare le scuole che devono essere ricostruite ex novo?”. Questa la domanda posta dal presidente Diego Di Bonaventura in apertura di conferenza. Poi ha lanciato una provocazione facendo riferimento alla manifestazione di protesta del Comitato degli insegnanti dell’ITI sostenuta da alcuni consiglieri di maggioranza del Comune di Teramo, al quale si sono appellati per una soluzione: “Ho scritto al sindaco di Teramo per la restituzione di tutte le aule occupate dall’Istituto comprensivo Falcone-Borsellino che ospitiamo al Forti: 350 alunni. Facile risolvere così, facile strumentalizzare. Io comprendo i ragazzi, le loro famiglie, gli insegnanti, ma chi svolge un ruolo nelle istituzioni deve essere serio. E se non siamo seri e solidali oggi, in una città terremotata con tanti edifici chiusi, come faremo quando dovremo trovare una soluzione per le scuole da abbattere e ricostruire?”.
Naturalmente alla riunione è stata invitata alla dirigente del Falcone-Borsellino, Letizia Fatigati, che a sua volta avrebbe bisogno di qualche aula in più: anche la loro scuola a Villa Tordinia è inagibile per il sisma.
I punti fermi. Stefania Nardini, dirigente scolastica dell’Alessandrini-Marino, ha annunciato che il Consiglio d’Istituto ha deliberato l’istituzione di un orario prolungato, mattina e pomeriggio. “Una soluzione sofferta e certamente sacrificata per docenti e studenti ma che viene preferita ad una ulteriore delocalizzazione della scuola. Naturalmente con la certezza che si avvii subito il percorso per la nuova scuola”. Rimane il no dell’Alessandrini-Marino al trasferimento al Pascal.
Al momento gli studenti sono divisi fra l’Alessandrini, il MIlli, l’Ipsia e lo Scientifico. Con l’orario lungo potrebbero continuare a condividere i laboratori restando nel polo di San Marino.
La Provincia ha recuperato sei aule al Pascal (nell’ala inagibile classificata in B in Via Cona) che metterà comunque a disposizione; in quel plesso, con ulteriori lavori che saranno condotti nei prossimi mesi, si possono arrivare a recuperare 18 aule.
Quando la Croce Rossa andrà via (nell’arco di due/tre mesi) si recuperano altre tre aule al Comi 2 (quattro sono già pronte); dall’ex appartamento del custode si può ricavare tutta la segreteria per l’Einstein Scientifico che da via San Marino si trasferirebbe in viale Bovio.