Taglio pini a Scerne, Monticelli: “Pineto si accinge a cambiare nome”

Pineto. I consiglieri comunali di Italia Viva avevano già espresso preoccupazione in merito al taglio di pini a Scerne che sarebbe stato deciso in Giunta qualche mese fa. Ora, a rincarare la dose, è l’ex sindaco della città, Luciano Monticelli, espressione dello stesso partito politico.

“Il Comune di Pineto si accinge a cambiare nome perché l’Amministrazione in carica ha deliberato l’abbattimento di ben 41 pini della splendida Via Volturno (atto di Giunta comunale n. 164 del 10/12/2021)”, esordisce Monticelli.

“In un brevissimo lasso di tempo e in due sole vie cittadine, Via della Stazione e la stessa Via Volturno, sono stati già abbattuti circa 20 alberi, senza che vi sia stata nemmeno una sostituzione o ripiantumazione di simili o differenti essenze arboree. Se ciò non bastasse, la formale e reiterata richiesta di realizzare un’alberatura lungo la ciclabile fra Scerne ed Heliopolis giace tristemente inattuata”.

“Tali decisioni”, osserva l’ex primo cittadino di Pineto, “lasciano basiti e inducono a pensare che l’Amministrazione disprezzi il proprio territorio e le proprie bellezze storico-naturalistiche. Voglio ricordare che su iniziativa della famiglia Filiani, a far data dal 1922-1924 vennero impiantate due estese pinete nel territorio comunale, una lungo la fascia litoranea di circa duecento pini e una nei territori collinari, provocando un’impatto sul paesaggio cittadino tale da far assumere a tutta la zona costiera il toponimo Pineto, nome che divenne rapidamente quello ufficiale del Comune sin dal 1929. Non occorrono altre spiegazioni per chiarire che i pini rappresentino un patrimonio collettivo che va salvaguardato”.

Le perplessità sulla delibera comunale. “Il tomicus può aver attaccato 3 o 4 piante, non certo tutte le 41 che si vorrebbero eliminare. Trasformeremmo il viale, che oggi è splendido e omogeneo, in una sequenza eterogenea di alberi; in terzo luogo di carattere stradale, perché sulla pavimentazione è certamente possibile intervenire senza dover adottare decisioni drastiche. Occorre interloquire con tutta la cittadinanza, spiegando con dovizia di dettagli i pro e i contro di qualsivoglia scelta amministrativa destinata a mutare radicalmente il paesaggio urbano, soprattutto perché la tanto decantata democrazia partecipata non può restare uno slogan elettorale privo di contenuti durante i cinque anni del mandato amministrativo comunale”.

La costituzione di un comitato cittadino. “L’unica via democratica per opporsi ad una certa ottusa maniera di governare”, conclude Monticelli, “passa attraverso la costituzione di un comitato di cittadini finalizzato a scongiurare ulteriori danni e a chiedere all’Amministrazione comunale spiegazioni esaustive circa scelte che appaiono miopi e prive di prospettive per il futuro. Abbattere 41 pini significa stravolgere completamente la prospettiva, il paesaggio e l’equilibrio ambientale di quell’area, perché gli alberi furono messi a dimora per ottenere una frescura estiva, per evitare il surriscaldamento delle strade asfaltate e delle case limitrofe, per donare bellezza ad un luogo altamente antropizzato: se dovessero essere tutti abbattuti, si aprirebbe un pericoloso precedente e da qui in avanti tutte le piazze, le scuole e i viali di Pineto saranno a rischio. Tutti insieme possiamo trovare una via migliore, impegnandoci a conoscere bene le problematiche esistenti e adottando scelte di sana e condivisa politica ambientale, sempre che non si voglia che il Comune di Pineto cambi nuovamente nome dopo 93 anni di storia”.

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