Martinsicuro, sciopero Carbotech: sostegno del Pci alla protesta dei lavoratori

Arriva il sostegno della federazione provinciale del Partito comunista italiano allo stato di agitazione (con 16 ore di sciopero già effettuate) agli operai della Carbotech di Martinsicuro.

 

In una nota, il partito ricorda la recente storia dell’azienda che produce spazzole per motori, partendo dal tema della sicurezza ad altro.

 

“Non solo, esiste da tempo un insostenibile clima intimidatorio e repressivo all’interno dell’azienda”, si legge, ” in passato culminato con numerose lettere di richiamo e multe ai lavoratori. Si verificarono persino una serie di licenziamenti sindacalmente mirati, di cui si occupò anche la stampa.

 

Mentre il fatturato aziendale è più che raddoppiato da quasi dieci anni ad oggi, mentre sembra che la proprietà abbia aperto stabilimenti in Serbia e India, (dopo aver avuto accesso a tutti i fondi statali) la stessa vuole gestire il rinnovo del contratto di secondo livello per pilotarlo secondo i suoi interessi.

La trattativa, in stallo dopo 10 mesi, farebbe perno sul tentativo della proprietà di contenere le spettanze ai lavoratori differenziandoli secondo varie tipologie contrattuali.

Sembrerebbe anche che in azienda è molto aumentata la mole di lavoro e gli operai svolgerebbero mansioni anche doppie rispetto al contratto mansionario. In pratica si lavora il doppio del passato ma la proprietà, col sotterfugio del distinguo tra operai, vorrebbe dimezzare i corrispettivi.

Il Pci ritiene che il successo ottenuto dall’azienda è certamente dovuto anche al grande impegno e sacrificio dei propri lavoratori, di tutti quanti, senza distinzioni: la Carbotech del resto non fa distinzione tra lavoratori quando al mattino suona la sirena delle otto.

Molto pertinente ed azzeccato è lo slogan di protesta degli operai che hanno scritto “Carbotech, più lavori e meno guadagni!”

Ciò che i lavoratori rivendicano per tutti è sacrosanto e doveroso”.

Nel frattempo, oggi nello stabilimento di Martinsicuro si è ripreso a lavorare con tre ore di assemblea in sciopero, una per ciascun turno di lavoro, per definire le prossime strategie, qualora da parte dell’azienda non ci fossero aperture.

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