Un Consiglio comunale quasi al completo, con le sedie dell’esecutivo vuote, ha ascoltato le parole del sindaco Maurizio Brucchi che, dopo aver ribadito il mea culpa, ha fatto appello a quel che resta della maggioranza, seppur con i dovuti distinguo, per evitare l’arrivo di un commissario.
“Ricominciamo da qui, come se si fosse votato domenica” ha detto il primo cittadino, ammettendo gli errori commessi (troppi rimpasti) e assicurando tutto il proprio impegno nel voler continuare a mantenere a galla la barca.
“C’è un esecutivo da fare e un programma di fine mandato da votare – ha continuato Brucchi, anticipando che entro il fine settimana sarà pronta la nuova Giunta a sette – E sono pronto ancora una volta a rivedere le mie idee, a mangiare ancora rospi perché per il bene della città si deve anche saper mediare. Ma se vado via io chi vince? Perde la città di Teramo e tutti i teramani”.
E ha ricordato come con una città terremotata il commissario non consentirebbe di fare le scelte necessarie per la città. E tra i temi sui quali l’ amministrazione deve ancora lavorare, Brucchi ha ricordato il post terremoto da affrontare, con le scuole (polo scolastico in primis e il nuovo piano di edilizia scolastica da rivedere) e la sistemazione degli edifici di categoria B, la zona franca, i fondi del bando delle periferie da rimodulare, il bilancio da fare.
“Voglio vedere se la maggioranza c’è, seppur con i dovuti distinguo” ha concluso il primo cittadino, prima di ascoltare gli interventi dei consiglieri.
IL DISCORSO: