Un mese tra gli ospedali di Giulianova e Teramo: il racconto

Tortoreto. Il racconto tra due ospedali della provincia. Per un mese, senza avvisaglie e con una realtà che viene toccata con mano.

 

Un’esperienza diretta, tra sofferenze e letti di ospedale, ma che consente anche di analizzare, nel dettaglio, quella che è la situazione ospedaliera con gli occhi del paziente, ma anche del cronista.

Michele Narcisi, cronista di lungo corso, racconta la sua esperienza.

A Giulianova, il cui reparto di Medicina è coordinato dal dottor Luigino De Berardis, sono in servizio molte Oss, operatrici socio-sanitarie, che svolgono lavori di pulizia dei malati e di cura dei letti e della biancheria. Undici giorni all’ospedale di Giulianova poi trasferimento a Teramo, sempre al reparto di Medicina”, racconta. “Al “Mazzini” ci sono più possibilità di cura e di attrezzatura. Il primario Francesco Delle Monache è una sorta di “angelo custode”, alto, imponente, che compare soprattutto di sera per dare un parere, spesso un incoraggiamento. Professionalità e umanità, insomma, in perfetta simbiosi. Davvero a Teramo le cose funzionano, all’interno del reparto, nel migliore dei modi.

Non soltanto sul piano strettamente medico infermieristico, ma anche su aspetti non secondari per ogni ricoverato. Due esempi per esemplificare: Ogni sera passa un dietologo che detta la dieta e i pasti che possono essere consumati da ogni ricoverato, in baso allo stato e alle patologie. Altro esempio: la disponibilità, in tarda mattinata, più o meno in coincidenza delle visite di prassi dei medici per un controllo dei malati, di un fisioterapista per la riabilitazione di chi è impossibilitato a muoversi in autonomia. Bene organizzata pure la gestione dei familiari in visita ai congiunti ricoverati. Familiari che possono entrare- A Giulianova almeno- soltanto con la certificazione del tampone effettuato”.

Le note dolenti. Quelle riguardano essenzialmente le situazioni esterne. “Con tante lamentele per l’assoluta insufficienza di parcheggi all’esterno dell’ospedale “Mazzini”. Per tanti familiari una piccola odissea più e più volte oggetto di lamentele e di ritardi prima di arrivare nei reparti dove sono ricoverate le persone oggetto di visite. E’, questa, una delle lacune da colmare, insieme al coordinamento tra i vari addetti quando un ricoverato viene spostato per visite all’esterno della camerata. Coordinamento- va detto- non sempre puntuale”.

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