Tortoreto, operatori lamentano calo di presenze. Ma c’è chi decide di lavorare anche in inverno

Tortoreto. Il pienone dell’ultimo scorcio d’estate compensa, solo in parte, il calo di presenze (in alcuni casi anche del 20%), che viene accusato dagli operatori turistici di Tortoreto.

 

I dati ufficiali, ovviamente, ancora non sono disponibili, ma con la fine di agosto alcune considerazioni compiute, anche in base ai numeri a disposizione degli operatori turistici e balneari, possono essere fatte. Tendenza comune a un po’ tutto il litorale, stando alle analisi delle associazioni di categoria.

 

Il bilancio, in pratica, è stato salvato dalle ottime condizioni meteo per l’intero mese di agosto. In precedenza, giugno e luglio, invece, sembrano aver dispensato (almeno nel settore alberghiero e nell’affluenza nelle strutture balneari), un calo significativo di presenze. E questa, dunque, la tendenza in attesa poi di avere riscontri tangibili quando saranno ufficiali le presenze turistiche, comparate con i numeri di applicazione della tassa di soggiorno. Ovviamente, poi bisognerà anche verificare l’afflusso del cosiddetto settore dell’extralberghiero.

Nonostante quelle che sono state, a detta di alcuni operatori turistici, le difficoltà dell’estate 2019, sembra farsi strada anche un’altra tendenza. Ossia quella di tenere aperte le strutture anche in inverno. Talune attività balneari, infatti, hanno deciso di imboccare tale percorso, non lesinando investimenti.

” C’è curiosità e interesse”, sottolinea Franco Speca, titolare del Conchiglia Beach, “verso il turismo invernale e sono intenzionato a restare aperto nel periodo invernale, nel quale mai nessuno, in passato, ha pensato che si potesse lavorare.

Sono convinto che sfruttando la normativa regionale in materia di elioterapia e con la somministrazione di cibi autoctoni potremo formare e far valere la nostra immagine turistica invernale. Altri colleghi ristoratori mi hanno esortato a credere nel progetto pensando anche a una immagine del territorio “mangereccio”. Dalla chitarrina, alla pizza, al pesce, alle vongole, agli arrosticini locali. Tutto ciò contribuirebbe a creare il chilometro del gusto, entro il quale sempre più numerosi locali rimarrebbero aperti anche durante la stagione invernale, rivolto ad un pubblico nazionale ed estero, nonché a quello delle città dell’interno come Ascoli e Teramo”.

Ma dietro a questa sorta di scommessa, peraltro negli ultimi anni percorsa anche da altre strutture, c’è anche un’altra considerazione. Ossia le difficoltà nel reperire e formare il personale che rappresenta poi il patrimonio dell’azienda turistica. “Restare aperti in inverno”, chiude l’operatore, ” consentirà anche di mantenere il personale formato, in vista della stagione estiva”.

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