Tortoreto, manca il numero legale: salta il consiglio comunale

Tortoreto. In aula siedono appena cinque consiglieri comunali e la seduta salta per mancanza del numero legale.

 

L’intera maggioranza consiliare al Comune di Tortoreto (tranne il presidente del consiglio comunale, Marino Di Domenico, che ha un ruolo istituzionale) ha disertato l’assise civica in programma questa sera con tre punti all’ordine del giorno: la realizzazione del nuovo Iat, l’abrogazione di due articoli del regolamento edilizio e una mozione per diritti negati delle donne iraniane e afgane.

Il problema ruota attorno alla mancata convocazione della conferenza dei capigruppo, dove si dovevano analizzare i punti in discussione (c’era stato solo il passaggio in commissione), ragione per la quale nelle ore immediatamente precedenti alla seduta Libera D’Amelio (capogruppo di Tortoreto Più) ha inviato una mail certificata chiedendo il rinvio della seduta.

In effetti la seduta è stata rinviata di riflesso dopo che all’apertura della seduta erano presenti 4 consiglieri di minoranza e il presidente del consiglio comunale. Seduta non valida e rinviata al prossimo 7 marzo.
Non è stata tenera nelle considerazioni Libera D’Amelio per l’epilogo della seduta. “E’ mancato il rispetto istituzionale da parte dell’intera maggioranza per non essersi presentata in consiglio”, sottolinea, “ fermo restando la mia richiesta di rinvio, nei confronti delle minoranze e dei cittadini che erano collegati allo streaming per seguire la seduta”.

 

La stessa Libera D’Amelio ha poi diffuso una nota, aggiungendo ulteriori particolari.

“Il Sindaco Piccioni e la sua giunta, seppur presenti all’interno del palazzo comunale durante il consiglio, hanno preferito restare nello loro stanze piuttosto che partecipare alla seduta.
Il presidente del consiglio, Marino Di Domenico, non appena chiusa la seduta ha subito convocato la conferenza dei capigruppo.
Sarebbe stata cosa opportuna che il Sindaco sedesse tra i banchi così come anche la maggioranza tutta, mettendoci la faccia soprattutto per rispetto dei cittadini collegati in attesa del consiglio. Ma a tanto non hanno degnato la cittadinanza.
La reazione dell’ amministazione è quella sotto gli occhi di tutti: la direttrice a trazione Piccioni tira avanti verso la ermetica chiusura e si trincera nelle segrete stanze di palazzo comunale – chissà poi se accessibili a tutti i componenti della maggioranza- in barba della partecipazione democratica (quella sconosciuta) che si proclama”.

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