Teramo, stabilizzazioni Asl: c’è chi è rimasto fuori. La lettera aperta

Lettera aperta (e firmata) alla nostra redazione in merito alle recenti stabilizzazioni alla Asl di Teramo.

“È importante che la Asl riconosca questo ‘premio’ ai lavoratori, ma nessuno dice che di questi 300 quasi nessuno (mi riferisco ad oss ed infermieri) ha lavorato durante la prima ondata della pandemia con un avviso pubblico, molti non hanno lavorato affatto. Voglio raccontarvi la mia storia per farvi capire la vergogna di Teramo. Lavoro tuttora presso la Asl di Teramo come oss.

Sono stata contattata nel marzo 2020 per lavorare ad Atri, unico presidio covid durante il primo lockdown. All’inizio della pandemia il personale che era stato reclutato per fronteggiare l’epidemia era solo per lo più interinale poiché l’avviso arrivò ad ottobre 2020 e a novembre ci furono le prime assunzioni.

Con esclusione del personale impiegato nei reparti di malattie infettive e pneumologia covid, tutt’ora operanti, a differenza di qualche reparto adattato al covi per non più di due mesi, i lavoratori oss impiegati nei restanti reparti non hanno vissuto il covid, non l’hanno combattuto mai, non si sono neanche mai bardati poiché assunti in reparti puliti ma con un contratto di emergenza covid. Gli stessi lavoratori che in virtù di questo contratto e delle numerose proroghe hanno maturato i requisiti a giugno 2022 e possono essere stabilizzati. Viene stabilizzato chi il covid non l’ha fatto. Di contro io, e non sono la sola, sono stata impiegata dalla prima fase dell’emergenza, marzo 2020, quella più critica e sacrificata, in medicina covid ad Atri, unico presidio covid in quel momento, una guerra davvero, per poi lavorare anche durante la seconda ondata, finché non sono stata chiamata con l’avviso e tutto con continuità lavorativa.

Purtroppo a giugno 2022 non avevo i 18 mesi con questa asl, ma ne avevo 26 se si considera l’agenzia. Quindi per me niente stabilizzazione. Assurdo soprattutto che non si tenga in considerazione un’agenzia che ha vinto una gara pubblica per fornire personale, però se ne tiene conto per fare punteggio. Ho mandato mail a tutti, alla Verì, a Di Giosia, a politici, ma la risposta è stata un grazie e un calcio nel di dietro per il lavoro fatto. Questa è l’ingiustizia di cui nessuno parla. Potevano aiutarci, prorogando i requisiti da giugno a dicembre 2022, come qualche sindacato ha proposto, ma nulla. Perché il benservito per noi deve essere duro. Se la ‘ratio’ della stabilizzazione è premiare i famosi eroi, finire nel dimenticatoio è stato un attimo. Perciò è importante che qualcuno lotti anche per noi”.

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