Silvi, cittadini divisi sul 5G e il Comune inizia a lavorare sul regolamento

Silvi. “Il problema del posizionamento delle antenne del 5G nel territorio, com’era logico, sta venendo al nodo. L’asta pubblica per l’assegnazione dell’uso delle frequenze per lo sviluppo del 5G, fortemente sostenuta da Carlo Calenda ex ministro allo Sviluppo economico nei governi di Renzi e Gentiloni, si é conclusa un anno e mezzo fa ai primi di ottobre 2018 quando Conte era al suo primo incarico e ministri per lo Sviluppo economico era Di Maio, per la Salute Giulia Grillo (M5S) e per l’Ambiente Sergio Costa, indipendente proposto da Di Maio. Si trattò di un affare colossale per lo Stato che per quelle concessioni si assicurò un tesoretto di 6,55 miliardi di euro da incassare entro i successivi tre anni. Nel frattempo si è accesa in Italia e nel mondo una grande kermesse tra scienziati, ambientalisti, politici e cittadini, dalla quale è emerso un quadro contraddittorio: ci sono ambientalisti pro e altri contro, così come ci sono fisici, medici e scienziati di opposto parere tra di loro. Resta il fatto che le concessioni sono state date e ora gli operatori stanno accelerando i tempi di realizzazione del 5G”. Così, in una nota stampa, il Comune di Silvi. “Su questa questione”, continua la nota, “anche a Silvi i cittadini sono divisi. Nel frattempo, però, all’Ufficio Lavori Pubblici iniziano ad arrivare le richieste di posizionamento di antenne su suolo pubblico”.

Nei giorni scorsi due consiglieri della maggioranza, Beta Costantini e Bruno Valentini, hanno chiesto al sindaco di accelerare i tempi di approvazione di un provvedimento che disciplini la eventuale installazione delle antenne nel rispetto della salute della cittadinanza. “In verità – ha detto il sindaco Andrea Scordella – già da tempo avevamo deciso di adottare un provvedimento amministrativo con il quale volevamo, quanto meno, fissare alcuni paletti per evitare impatti diretti in zone particolarmente sensibili. Sappiamo che in materia di elettrosmog causato da 5G non esiste ancora una letteratura biomedica e le stesse procure della Repubblica, interessate da associazioni di cittadini che hanno chiesto loro di indagare sull’eventuale commissione di reati contrari al diritto costituzionale di tutela della salute pubblica, non si sono espresse. Si sono espresse, invece – ha evidenziato il sindaco Scordella – sui ricorsi degli operatori contro i dinieghi di autorizzazione da parte di alcuni Comuni, dando ragione ai concessionari. Ci resta, purtroppo, ben poco a disposizione per disciplinare l’installazione delle antenne. Peraltro – ha concluso Scordella – gli operatori, come hanno fatto in analoghe circostanze nel passato, in caso di diniego di concessione di installazione su suolo pubblico si rivolgerebbero a privati per mettere sui loro edifici le antenne dietro pagamento di un canone di affitto”.

“Con l’Ufficio Lavori Pubblici – ha detto l’assessore Pamela Giancola – nella impossibilità di predisporre e approvare un piano comunale antenne che richiederebbe tempi lunghi e grandi risorse, stiamo lavorando alla redazione di un regolamento con criteri escludenti per vietare il posizionamento di antenne sul lungomare, a meno di 150 metri da scuole, da edifici pubblici, da residenze per anziani, da luoghi di culto ecc… Oltretutto – ha aggiunto l’ingegner Giancola – con questa iniziativa intendiamo regolamentare le richieste di autorizzazione dei concessionari”.

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