Operaio morto in azienda: il settore metalmeccanico si ferma per 8 ore

Mosciano. La produzione alla Metallurgica Abruzzese, azienda che produce reti e protezioni metalliche, oggi, è ferma.

 

Dopo la tragedia di ieri, nella quale ha perso la vita Tonino Fanesi, 49 anni, operaio specializzato e padre di tre figli trapiantato a Giulianova, si respira un’aria irreale. Fuori dai cancelli le organizzazioni sindacali hanno indetto una conferenza stampa e per proclamare lo sciopero di 8 ore dell’intero settore metalmeccanico della provincia per venerdì 16 settembre con una manifestazione a Teramo, in piazza Martiri della Libertà, a partire dalle ore 10.

 

Il lavoro è un diritto. Tornare a casa dopo aver lavorato, non può essere un privilegio”. Non è soltanto uno slogan quello ribadito dai tre segretari provinciali dei metalmeccanici (Marco Boccanera, Natascia Innamorati e Gianluca Di Girolamo), ma una necessità che deve prevedere un’azione immediata per fermare le morti sui luoghi di lavoro.

E’ uno schiaffo alla classe operaia”, commenta Marco Boccanera, della Fim Cisl, “, che lavora per un tozzo di pane e non torna a casa. E’ una vergogna quello che è accaduto. Stiamo aspettando che la magistratura faccia il suo corso e faccia chiarezza su questa vicenda. Non è possibile nel 2022 morire sul luogo di lavoro”.

“E’ inaccettabile quello che è accaduto”, chiosa Natascia Innamorati, della Fiom Cgil, “ e morire in azienda come 50 anni fa. E’ necessario investire sulla manutenzione e ammodernamento delle aziende e dei macchinari obsoleti. Non facciamo l’errore di parlare di fatalità”.
“In questa campagna elettorale per le politiche”, incalza Gianluca Di Girolamo, della Uilm Uil, “ non si parla di sicurezza sui luoghi di lavoro. Mentre qui si continua a morire e questo stillicidio deve finire”.

 

Cambio di lavoro dopo i venti di crisi della Betafence. Ai primi cenni di difficoltà della Betafence di Tortoreto aveva deciso di cambiare azienda per avere uno stipendio più adeguato alle esigenze della sua famiglia. C’è una storia dietro al dramma di Tonino Fanesi, l’operaio che ha perso la vita ieri alla Metallurgica Abruzzese.

 

 

 

“Ci uniamo al dolore della famiglia di Tonino, operaio metalmeccanico che ieri ha perso la vita in un’azienda del teramano. C’è chi parla di fatalità e addirittura chi di sfortuna. No, Tonino è l’ennesima vittima del capitale, di quel sistema che mette il profitto davanti all’uomo”, a dirlo la Casa del Popolo di Teramo che ha anche esposto uno striscione lungo Corso San Giorgio.

 

“L’incidente mortale di ieri verificatosi a Marina di Mosciano Sant’Angelo è purtroppo solo l’ultimo di una lunga serie di infortuni gravi o mortali che avvengono nella nostra Regione con conseguenze pesanti per le famiglie interessate – dice Francesco Spina, segretario regionale CGIL Abruzzo Molise – Quando si parla di criticità legate al mondo del lavoro, molti pensano solo al fenomeno della disoccupazione o del precariato. Passa in secondo piano il tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che è una vera piaga nel nostro Paese. Parliamo degli infortuni e delle morti cosiddette “bianche”, ovvero uomini e donne che perdono la vita per il lavoro che svolgono.  Eppure, nonostante i continui allarmi lanciati dal sindacato sulla necessità di intervenire massicciamente sulla prevenzione e sui controlli per evitare queste tragedie, si continua ad assistere al ripetersi di dichiarazioni nel solco dell’indignazione del momento e poco altro. In un Paese normale è indecente avere una media di circa 81 decessi al mese. In un Paese normale, non è ammissibile che non si riescano ad integrare le banche dati tra Inail, Asl e Ispettorato del lavoro per avere un quadro definito e per agire conseguentemente sulle priorità. In un Paese normale, non è concepibile che gli organici di ispettori e medici del lavoro destinati ad operare sulla prevenzione e sui controlli siano stati dimezzati negli ultimi dieci anni e non si riesca almeno a sostituire una parte di coloro che vanno in pensione. Troppo poco si è fatto su questi fronti eppure tutti si dichiarano pronti ad affrontare la materia. Ribadiamo ancora una volta la necessità di intervenire sulla prevenzione e FORMAZIONE, servono interventi strutturali ampi per rendere obbligatoria e permanente non solo la formazione di base, ma anche quella legata all’aggiornamento nelle attività e ai processi produttivi in continuo mutamento.  Serve premiare le aziende virtuose che correttamente applicano i contratti e le norme anche sul tema della salute e sicurezza, contrastando di contro, quelle che ritengono la tutela della salute solo un costo in più da sostenere nel sistema di concorrenza globale. Il rischio è che ancor di più in questo momento difficile, la salute e la sicurezza non vengano considerate una priorità”.

 

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