Castelnuovo. Mesi di duro lavoro in due distinti cantieri edili, uno a Sambuceto e l’altro nel lancianese, per non essere alla fine neppure pagati.
Passeranno un Natale diverso 12 famiglie, alcune delle quali residenti a Castelnuovo Vomano, senza stipendio ed ora anche senza lavoro per colpa di un imprenditore edile di Montesilvano che anziché pagare fornitori, tecnici e operai avrebbe intascato per sé le somme che avrebbe dovuto versare alle maestranze. A comprovare la paradossale situazione le testimonianze degli stessi lavoratori, di geometri e di qualche fornitore che attendono da mesi il dovuto, oltre ad una serie di documenti. Tra i “truffati” c’è anche Gianmario La Piccirella, originario di San Giovanni Rotondo, il paese di San Pio da Pietrelcina, sposato e padre di 4 figli, l’ultimo dei quali di appena 16 mesi. Vive in un appartamento al quinto piano di una palazzina di Castelnuovo. Mesi di affitto arretrato, utenze scadute e solo pochi giorni fa, grazie all’intervento dei servizi sociali e del Comune di Castellalto, è stato possibile garantire la nuova erogazione dell’energia elettrica che era stata ridotta. Non ha soldi per fare la spesa. Pranzo e cena vengono assicurati dagli stessi servizi sociali che forniscono quotidianamente dei pasti caldi. Mentre una volta al mese la Caritas consegna un pacco con generi alimentari di prima necessità. Una vita un po’ burrascosa quella di Gianmario, qualche errore di gioventù e una pena detentiva ai domiciliari che terminerà di scontare il primo febbraio prossimo. Ma grazie alla sua buona condotta, aveva ottenuto dal tribunale di sorveglianza il permesso di lavorare. Nella primavera scorsa il costruttore, impegnato nella realizzazione di un paio di strutture sportive private, lo aveva preso in carico. Non solo, ma aveva chiesto a La Piccirella di coinvolgere anche dei suoi amici muratori e carpentieri per accorciare i tempi di consegna delle opere finite. “Da allora non abbiamo mai visto un solo centesimo”, racconta l’uomo, “complessivamente avrei dovuto incassare 10mila euro, soldi per mandare avanti una famiglia. E invece mi trovo in una condizione di assoluta indigenza per colpa di questa persona che spende i nostri soldi andandosene in vacanza, in belle macchine. Va al ristorante con la sua famiglia, pubblica dei post sul suo profilo facebook facendosi delle foto mentre mangia aragoste. Mentre io ai miei figli, soprattutto il piccolino di 16 mesi, do da mangiare pasta e fagioli. Ho presentato denuncia ai carabinieri, ho scritto alla Procura per denunciare tutto questo. Ma questo pseudo imprenditore continua a fare la sua vita e a truffare gli altri. Non so che fare. Se qualcuno volesse contattarmi per un lavoro lascio il mio numero 3887206418”. Nella stessa condizione di Gianmario, c’è anche Giovanni Fontana, operaio in attesa di quegli stipendi ma che sembra aver perso la speranza. “Ci siamo rivolti agli organi competenti”, sottolinea l’uomo, “ma ancora non si muove nulla. Il figlio della mia compagna, minorenne, era stato assunto da questa ditta. E’ rimasto coinvolto in un incidente sul lavoro nel cantiere, privo delle più elementari misure di sicurezza. Bloccato in ospedale per la lesione di due vertebre, non potrà più svolgere determinati lavori. Abbiamo lavorato anche 10-12 ore al giorno, viaggiato su mezzi inappropriati, quasi come carri-bestiame. E non siamo stati pagati. Vogliamo il dovuto e soprattutto giustizia. Perché fa rabbia vedere questa persona spassarsela mentre noi facciamo la fame”. Ieri mattina la delicata questione è stata affrontata a Temporeale, la trasmissione di Teleponte condotta da Antonio D’Amore. Al termine del collegamento da Castelnuovo, è arrivata una telefonata. La diretta era stata seguita dai responsabili della Cia di Notaresco, la confederazione degli agricoltori, che lunedì mattina farà recapitare a Giovanni e a Gianmario due pacchi, contenenti prodotti del nostro territorio, e un piccolo contributo economico per far trascorrere ai due operai e alle rispettive famiglie un Natale meno amaro. Un gesto di solidarietà molto apprezzato, in attesa che la situazione trovi quanto prima una soluzione.