Giulianova, protesta utenti per apertura a singhiozzo della Biblioteca Comunale

bibliotecacomunalegiulianovaGiulianova. Era stata riaperta al pubblico dopo lavori di ristrutturazione durati ben sette anni e subito non erano mancate le polemiche. Parliamo della biblioteca Vincenzo Bindi, per anni fiore all’occhiello del Comune di Giulianova, ubicata nel palazzo già di proprietà dello storico e umanista giuliese, al quale è intitolata, nato a Giulianova nel 1852 e morto a Napoli nel 1928. Non erano piaciuti, infatti, i lavori di ristrutturazione sia dei locali della biblioteca che dei sovrastanti locali della pinacoteca che, a detta di molti, avevano irrimediabilmente rovinato l’atmosfera ottocentesca delle stanze, in particolare a causa della sostituzione degli antichi pavimenti in cotto con gres porcellanato bianco e della tinteggiatura delle pareti, un tempo coperte da carta da parati, sempre con un bianco candido che poco si accosta con l’originale mobilio di quella che era una dimora ottocentesca della borghesia giuliese.

Ma le proteste erano state mitigate dal fatto che, finalmente, Giulianova avrebbe riavuto la sua biblioteca, anche se qualcuno aveva, opportunamente, fatto notare che per erogare un servizio efficiente non bastavano alcune stanze e un patrimonio librario anche di pregio, ma occorreva inserire la struttura giuliese nel Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) la rete delle biblioteche italiane promossa a partire dagli anni ’80 grazie alla collaborazione fra Ministero per i beni e le attività culturali, Regioni e Università, con il coordinamento dall’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche.

Purtroppo, dopo il clamore di primi giorni, non solo non si hanno notizie sulla eventuale entrata della biblioteca Bindi nel SBN e dell’eventuale acquisizione di nuovi volumi (visto che il patrimonio librario rimane fermo ad una decina di anni fa), ma sembra che la struttura, nonostante un cartello in bella vista elenchi giorni e orari di apertura, sia spesso non usufruibile. Infatti sembra che i locali, che ospitano anche gli uffici del settore Cultura, siano gestiti direttamente da personale comunale che, spesso, per esigenze di servizio, non riesce a garantirne l’apertura nei giorni indicati.

L’ipotesi di affidare la gestione della biblioteca, e la relativa catalogazione e acquisizione di volumi e riviste, ad una cooperativa, sembra sia sfumata per ragioni di bilancio, e, quindi, il “fiore all’occhiello” della municipalità giuliese rischia di trasformarsi un “crisantemo” posto sulla tomba della cultura, con buona pace di tutti quei cittadini, studenti, studiosi e semplici fruitori, che potrebbero trovare nella biblioteca un punto di riferimento per attività di studio, ricerca e divulgazione della cultura, non solo letteraria.

Sperando che il Comune riesca presto a risolvere i problemi legati alla gestione della fruizione dei locali bibliotecari lanciamo un’idea, già sperimentata dalla Biblioteca Provinciale di Teramo: invitiamo i cittadini giuliesi e non a donare un libro alla nostra biblioteca! E chissà che non si riesca a farla ridiventare il punto di riferimento di giovani e adulti e a far ripartire la valorizzazione del centro storico proprio da quella che è, o dovrebbe essere, la casa comune della cultura.

Giulianova. Era stata riaperta al pubblico dopo lavori di ristrutturazione durati ben sette anni e subito non erano mancate le polemiche. Parliamo della biblioteca Vincenzo Bindi, per anni fiore all’occhiello del Comune di Giulianova, ubicata nel palazzo già di proprietà dello storico e umanista giuliese, al quale è intitolata, nato a Giulianova nel 1852 e morto a Napoli nel 1928.

 

Non erano piaciuti, infatti, i lavori di ristrutturazione sia dei locali della biblioteca che dei sovrastanti locali della pinacoteca che, a detta di molti, avevano irrimediabilmente rovinato l’atmosfera ottocentesca delle stanze, in particolare a causa della sostituzione degli antichi pavimenti in cotto con gres porcellanato bianco e della tinteggiatura delle pareti, un tempo coperte da carta da parati, sempre con un bianco candido che poco si accosta con l’originale mobilio di quella che era una dimora ottocentesca della borghesia giuliese. 

 

Ma le proteste erano state mitigate dal fatto che, finalmente, Giulianova avrebbe riavuto la sua biblioteca, anche se qualcuno aveva, opportunamente, fatto notare che per erogare un servizio efficiente non bastavano alcune stanze e un patrimonio librario anche di pregio, ma occorreva inserire la struttura giuliese nel Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) la rete delle biblioteche italiane promossa a partire dagli anni ’80 grazie alla collaborazione fra Ministero per i beni e le attività culturali, Regioni e Università, con il coordinamento dall’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche.

 

Purtroppo, dopo il clamore di primi giorni, non solo non si hanno notizie sulla eventuale entrata della biblioteca Bindi nel SBN e dell’eventuale acquisizione di nuovi volumi (visto che il patrimonio librario rimane fermo ad una decina di anni fa), ma sembra che la struttura, nonostante un cartello in bella vista elenchi giorni e orari di apertura, sia spesso non usufruibile. Infatti sembra che i locali, che ospitano anche gli uffici del settore Cultura, siano gestiti direttamente da personale comunale che, spesso, per esigenze di servizio, non riesce a garantirne l’apertura nei giorni indicati.

 

L’ipotesi di affidare la gestione della biblioteca, e la relativa catalogazione e acquisizione di volumi e riviste, ad una cooperativa, sembra sia sfumata per ragioni di bilancio, e, quindi, il “fiore all’occhiello” della municipalità giuliese rischia di trasformarsi un “crisantemo” posto sulla tomba della cultura, con buona pace di tutti quei cittadini, studenti, studiosi e semplici fruitori, che potrebbero trovare nella biblioteca un punto di riferimento per attività di studio, ricerca e divulgazione della cultura, non solo letteraria.

 

Sperando che il Comune riesca presto a risolvere i problemi legati alla gestione della fruizione dei locali bibliotecari lanciamo un’idea, già sperimentata dalla Biblioteca Provinciale di Teramo: invitiamo i cittadini giuliesi e non a donare un libro alla nostra biblioteca! E chissà che non si riesca a farla ridiventare il punto di riferimento di giovani e adulti e a far ripartire la valorizzazione del centro storico proprio da quella che è, o dovrebbe essere, la casa comune della cultura.

 

 

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