Tortoreto, ammanchi dei buoni mensa: emergono altri particolari

L’inchiesta sugli ammanchi dei buoni pasto della refezione scolastica, oramai avviata, definirà le eventuali responsabilità sulla vicenda.

 

Di certo per il Comune di Tortoreto, che deve incassare una somma superiore ai 160mila euro, il percorso per riavere il dovuto non sarà brevissimo. E questa la sensazione che si avverte quando poi le reazioni a livello cittadino iniziano a prendere forma. Nel frattempo, emergono altri particolari sulla vicenda, fermo restando che da parte degli amministratori, visto l’esposto-denuncia trasmesso ai carabinieri dopo la verifica dei conti comunali, permane un logico riserbo.

 

Le somme non riversate dai due concessionari che si occupavano di vendere i carnet dei buoni pasto per la refezione scolastica, sembrano abbracciare uno spazio temporale di quasi 5 anni. Una parte degli incassi della vendita sarebbe stata versata nelle casse comunali. Altri soldi, invece, sarebbero stati trattenuti fino ad arrivare alla cifra emersa dalle verifiche interne all’Ente.

 

Somma, e questo sarebbe un aspetto figlio di alcuni indiscrezioni, cresciuta tra il 2016 e parte del 2017  (quando l’importo del buono era stato aumentato). Ora, ovviamente, si attendono sviluppi sulla questione, non solo in ordine alle responsabilità (che andranno accertate, a vari livelli), ma anche sulla necessità di rientrare del “buco”. Ovviamente, la situazione ha generato come è ovvio, l’immediata blocco della vendita, attraverso i privati, dei buoni della refezione scolastica, che da alcune settimane si possono acquistare in banca o negli uffici comunali.

 

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