Ruzzo, Forlini risponde al blitz de Le Iene: “Non c’è stato alcun rischio”

Un vero e proprio agguato che ha messo in difficoltà il presidente di Ruzzo Reti, Antonio Forlini, secondo il quale l’intervista dei giornalisti della trasmissione “Le Iene”, in relazione alla presenza di diclorometano nelle acqua captate nel Gran Sasso, è stata realizzata non per “fare informazione” ma per sensazionalismo, non avendo messo in condizione il presidente stesso di parlare con le dovute carte, ma intercettandolo fuori ufficio senza la necessaria qualificazione.

Mette le mani avanti, dunque, Forlini che, in attesa della messa in onda del servizio, ha voluto fare alcune precisazioni riguardanti l’accaduto, ricordando come la società acquedottistica teramana non si sia mai tirata indietro in questa circostanza nel fornire tutte le informazioni, ricordando di non aveva voluto veicolare le informazioni circa l’incidente avvenuto in estate in quanto, non essendoci state conseguenze sull’acqua immessa in rete, si sarebbe provocato solo inutile allarmismo.

Ecco la nota integrale.

In relazione alle interviste raccolte in provincia di Teramo dai conduttori della trasmissione di Mediaset “Le Iene” e al probabile rinfocolamento delle polemiche già emerse qualche mese or sono, questa Società intende ribadire alcuni concetti già diffusi all’epoca, nonché esprimere la propria opinione sul metodo con il quale servizio televisivo è stata costruito.

Sul merito, ancora una volta, è necessario tranquillizzare la popolazione sulla qualità delle acque immesse nella rete idrica e ribadire che i sistemi di controllo presenti sulle captazioni del Gran Sasso, qualora vi fossero stati problemi, avrebbero mandato “a scarico” l’acqua che avesse presentato delle anomalie.

E’ utile ricordare, infatti, che la contaminazione rilevata dall’ARTA il 30 di agosto 2016, ha riguardato la sola captazione effettuata dal pozzetto di derivazione del Laboratorio di Fisica Nucleare del Gran Sasso, da cui Ruzzo Reti capta soltanto 100 l/s, e che, le medesime analisi, effettuate all’uscita dal traforo del Gran Sasso (da cui Ruzzo Reti deriva da 800 a 1.000 l/s), non hanno mai rilevato presenza sopra i limiti di legge del diclorometano. Nessun rischio, dunque!

Anzi, forse è utile ricordare alla cittadinanza che l’acqua captata dal Gran Sasso, oltre ad avere sistemi di protezione che ne garantiscono l’integrità, risulta essere (per comparazioni effettuate da parti terze qualche anno fa) fra le migliori distribuite in Italia da acquedotti, con caratteristiche simili alle acque oligominerali vendute in bottiglia.

Quanto al presunto obbligo di informazione alla cittadinanza, sarebbe stato evidentemente doveroso se, malauguratamente, vi fossero state conseguenze sulla qualità dell’acqua immessa in rete, ma essendo ciò non avvenuto, si è ritenuto inutile veicolare una informazione che avrebbe soltanto generato un allarme ingiustificato nella popolazione e che nessuna rilevanza aveva sulla qualità dell’acqua consumata dai cittadini.

Quanto al metodo con il quale il servizio è stato confezionato, è opportuno sottolineare che, se si fosse voluta fare informazione e non sensazionalismo, il problema sarebbe stato affrontato con i documenti alla mano, nella sede istituzionale di Ruzzo Reti, con tutti gli approfondimenti di merito a cui Ruzzo Reti mai si è sottratta.

Invece si è preferito contattare sediziosamente il Presidente di Ruzzo Reti senza qualificarsi e, avute in totale buona fede e trasparenza le informazioni sugli impegni quotidiani dello stesso, i conduttori de Le Iene, hanno preferito non recarsi presso la sede della Società, ma tendere una sorta di agguato al Presidente, davanti al Municipio di Mosciano Sant’Angelo dove lo stesso si stava recando per un impegno di lavoro che, trasparentemente, aveva comunicato a chi lo aveva contattato per una intervista destinata ad un non meglio precisato quotidiano.

E’ evidente che adottando tale tecnica di intervista/imboscata, l’obiettivo non era quello di acquisire elementi oggettivi e strutturati per dare una corretta informazione ai cittadini, ma solo quello di cercare di mettere il malcapitato in una condizione di disagio

In attesa di prendere visione del servizio, pertanto, Ruzzo Reti intende rassicurare ancora una volta la popolazione sulla qualità dell’acqua immessa in rete e valutare tutte le possibili azioni di tutela legale per i danni di immagine che la stessa dovesse subire, sottolineando che, per concludere, i danni di immagine, in ultima istanza, li subiscono tutti i cittadini della provincia di Teramo.

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