Teramo, Confartigianato contesta l’attivo della Camera di Commercio

Non nasce sotto i migliori auspici per Confartigianato Teramo la gestione della vice presidenza facente funzioni della Camera di Commercio di Teramo a cui viene contestato la chiusura del bilancio 2016 in attivo di 400 mila euro. Risultato che, secondo l’associazione degli artigiani, è stata il frutto solo della liquidazione delle quote della società Tecnoholding spa.

“Le quote liquidate”, spiega in una nota Confartigianato, “hanno generato un maggior introito pari a circa 1.500.000 euro, non considerando le quali, il bilancio 2016 chiuderebbe con un passivo di € 1.100.000,00. Questa è la pura verità; un fallimento totale della gestione effettuata dall’attuale Giunta camerale. Avevamo, come associazione, chiesto di uscire dalle società che creavano perdite, e quindi esborsi dalla cassa camerale, e non dalle società sane del sistema tipo la Tecnoholding spa. Magari tale scelta sarà stata dettata dalla necessità di fare cassa impoverendo però, in tal modo, la Camera di Commercio di Teramo”.

Gli errori, secondo l’associazione, sono stati compiuti a causa del mancato controllo su quanto accadeva nelle società partecipata Gran Sasso Teramano spa e nel centro fieristico, oggi in via di liquidazione, così come non si è saputo creare sviluppo grazie all’uso di fondi europei, magari proprio con il rilancio della montagna.

Un’ultima considerazione è fatta sul processo di fusione degli enti camerali provinciali, auspicando la formazione di una sola camera di commercio regionale con una decisa riduzione di spese e costi per la gestione dell’ente.

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