Atri, declassamento Pediatria. La Mattucci risponde al sindaco: “Il servizio non cambia”

Respinge le accuse al mittente e parla di un successo il cambiamento di fisionomia del reparto di Pediatria dell’ospedale di Atri. La direttrice sanitaria della Asl di Teramo, Maria Mattucci, risponde in una nota alle critiche mossegli dal sindaco di Atri, Gabriele Astolfi, che la chiama in causa, insieme al presidente Luciano D’Alfonso, per la firma posta sul provvedimento che toglie il primario dal reparto di Pediatria al San Liberatore.

Nel ricordare come la riorganizzazione dell’offerta sanitaria, che declassava di fatto l’ospedale di Atri fosse stata decisa dal governo Chiodi, trovi oggi la sua applicazione, il direttore sanitario sostiene che di fatto nulla cambia per il reparto se non la definizione amministrativa e la mancanza del primario.

“Il servizio”, sostiene la Mattucci, “e questo è quel che conta, mi pare, rimane lo stesso e viene garantito da un responsabile di UOSD (Unità Operativa Semplice a valenza Dipartimentale), con le stesse prestazioni di ricovero e ambulatoriali. Per ottenere questo la Asl di Teramo si è molto esposta e ha impegnato grandi risorse, in quanto, il destino di pediatria sarebbe stato la chiusura, come per altri ospedali, conseguenziale alla chiusura del punto nascita. Invece qui non cambia praticamente nulla. E mi sento di affermare che si tratta di un successo”.

E, nel rispondere al primo cittadino ducale, la Mattucci sottolinea “non solo respingo le sue accuse da direttore sanitario della Asl, ma lo faccio ancor di più da medico che per 10 anni è stato responsabile dell’ospedale di Atri e lo faccio da atriana, figlia di atriani”.

E aggiunge “basta con gli attacchi inutili, falsi e con la sciocca ironia, che non ho sentito mai da parte del sindaco rivolta ad altre situazioni che invece meritavano impegno da parte sua. In fondo sono comunque contenta del fatto che il sindaco Astolfi mostri tanta attenzione per Atri e il suo ospedale. Mi ero ormai quasi convinta che gli interessasse solo un’Unità operativa complessa dell’ospedale di Teramo, che vede coinvolto un suo stretto famigliare e che per anni ha catturato le sue energie”.

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