Tortoreto, precari dell’Arit restano senza lavoro

arit_tortoretoTortoreto. Quaranta famiglie restano senza stipendio nella più totale indifferenza delle istituzioni. Lo scorso 31 dicembre sono scaduti i contratti dei precari in servizio all’Arit di Tortoreto, e 40 di loro, che per anni hanno prestato la loro opera nella struttura regionale, in attesa di una stabilizzazione che non è mai arrivata, sono rimasti senza lavoro, con grosse incertezze sul loro futuro.

In una lettera i precari, manifestano il loro malcontento per l’epilogo della vicenda e pongono interrogativi alle istituzioni. “ Quale futuro può avere l’unico ente strumentale della Regione presente in provincia di Teramo”, si legge, “ avendo allo stato attuale solo 15 dipendenti, a fronte di una pianta organica di 47? E’ doveroso chiedersi perché, poi, la dirigenza abbia deciso di assumere tutte le maestranze, ora in servizio all’Arit, il 15 dicembre, e nel contempo ha mandato a casa tutte le altre professionalità?”. Naturalmente, i precari lamentano una disparità di trattamento tra chi ha ottenuto un contratto e tempo indeterminato e chi, al contrario, dopo aver lavorato nella struttura, favorendo anche una sua crescita, ora si ritrova a spasso, senza aver avuto la possibilità di fruire di una stabilizzazione. “ Vogliamo risposte certe”, prosegue la lettera, “ e non chiacchiere. Vogliamo soluzioni concrete che possano individuare soluzioni utili e lenire tale situazione di disagio, con la quale convivono quasi tutti i dipendenti a contratto in servizio all’Arit”.

La solidarietà di Claudio Ruffini (Pd). “C’è un solo responsabile di questa vicenda ed è il centro-destra abruzzese” dice argomenta il consigliere regionale del Pd “i lavoratori devono sapere chi li ha sostenuti e chi invece li ha abbandonati.” Per Ruffini il destino dei lavoratori dell’Arit è stato nelle mani di Chiodi e della sua giunta, che “inspiegabilmente” ha deciso di salvare alcuni precari piuttosto che altri. Il consigliere regionale del Pd ricorda che nel mese di luglio 2010 fu proprio il Pd a farsi promotore in Consiglio regionale di un emendamento salva precari. Il provvedimento, condiviso poi all’unanimità, permise alla Regione e agli enti strumentali regionali di prorogare i contratti dei co.co.co. per completare i progetti. “Quasi tutte le direzioni della Regione e gli enti regionali” ricorda Ruffini” prorogarono i contratti ai Cococo tranne che per i precari del Sistema Informatico regionale ed appunto per i lavoratori dell’Arit:circa 80 lavoratori vengono lasciati a casa”. Inoltre il Pd nel mese di novembre scorso chiese in Consiglio regionale la stabilizzazione di tutti i precari ma il centro-destra non condivise la proposta di trasformare in un concorso a tempo determinato tutti i lavoratori che avevano maturato i 3 anni di servizio entro il 31.21.2010, offrendo tale possibilità solo a coloro che avevano maturato i 3 anni al 28.09.2007, ovvero escludendo la maggior parte dei precari. Tale opportunità sfumata per i precari, è stata riproposta dal Pd con un emendamento nel mesi di dicembre 2010 in sede di approvazione della finanziaria regionale 2011. Risultato?Bocciata anche questa. “Sull’Arit” aggiunge Ruffini “ ricordo inoltre che ho presentato a dicembre 2010 un’interpellanza all’assessore Carpineta per chiedere spiegazioni sulla delibera di giunta regionale n. 939/2010 con cui la Regione aveva autorizzato l’Arit ad assumere 15 lavoratori tramite un concorso riservato ad ex Cococo”. Con tale decisione, dice Ruffini, “l’Arit non ha la possibilità di svolgere le proprie funzioni previste dalla legge istitutiva della Regione in quanto il personale assunto per l’anno 2010 avrebbe profili amministrativi, mentre secondo la stessa Legge almeno l’80 per cento dovrebbe essere di profili tecnico.

Attualmente l’Arit non ha assunto nessun informatico per concorso pubblico regolarmente espletato e non ha potuto prorogare i circa 40 precari, tutti di profilo tecnico per mancanza di trasferimenti di risorse da parte della Regione.

 

 

 

 

 

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