Una risposta in quattro punti per ribattere, colpo su colpo, a quanto scritto nella proposta di legge per lo scioglimento del Consorzio Bim Vomano-Tordino di Teramo, presentata dal capogruppo del M5S in Consiglio Regionale Riccardo Mercante. Il Consorzio non ci sta a passare per “carrozzone politico” e, in una nota ufficiale, riporta in maniera dettagliata alcune precisazioni, ribadendo di non gravare in alcun modo sulla finanza pubblica.
Innanzi tutto viene ribadito che esiste già una legge regionale che prevede lo scioglimento del Bim con la maggioranza dei Comuni del Consorzio. Riguardo poi all’inutilità dell’Ente, viene spiegato che grazie al Bim, che ha ottenuto il pagamento di Imu e Ici da parte dell’Enel per gli impianti presenti sul territorio, sono confluiti nelle casse dei Comuni oltre 4 milioni e mezzo di euro dal 2006 al 2011 e dal 2012 incassa circa 880mila euro l’anno.
Senza contare l’importante azione portata avanti a livello nazionale per far sì che anche le spettanze Imu e Ici attualmente incassate dallo Stato tornino ai Comuni. Vengono poi elencate le attività intraprese dal Bim sul territorio come un asilo nido all’avanguardia realizzato grazie alla raccolta fondi della federazione nazionale a seguito del terremoto del 2009, la contrazione di mutui per la realizzazione diretta di opere pubbliche per un totale di quasi 7 milioni di euro e la programmazione per il 2015 di investimenti per oltre 1 milione di euro e la promozione di importanti servizi sociali sul territorio (uno fra tutti: il servizio di telecardiologia che consente di salvare molte vite nei comuni dell’entroterra).
Per quanto riguarda, infine, il costo dei cinque dipendenti della struttura, il Bim specifica che esso incide per un 10% sulla spesa corrente a fronte di un costo medio del personale dei Comuni di circa il 35-40% della spesa corrente. Inoltre l’Ente non ha dirigenti, consulenti, collaboratori esterni e non ha contenziosi in essere, e si sostiene solo grazie ai sovracanoni versati dall’Enel.