Penne. “Gabriele era di Penne e adorava la sua terra, le sue montagne, ogni volta che tornavo da Milano facevamo delle lunghissime passeggiate. E’ incredibile che proprio la montagna lo abbia ucciso”.
Diego Carota era un grande amico di Gabriele D’Angelo, il cameriere di 31 anni morto nel disastro dell’hotel Rigopiano, dove lavorava “e ne era molto orgoglioso”.
D’Angelo era da lungo tempo un volontario della Croce Rossa Italiana (Cri), come Carota, suo coetaneo, “e se non fosse capitato a lui adesso sarebbe con noi a dare una mano qui, con l’altruismo oltre ogni limite che aveva. Sarebbe stato tra i primi a muoversi. Aveva avuto una benemerenza della Protezione civile per il volontariato dopo il terremoto dell’Aquila”.
Gabriele secondo l’amico era conosciuto da tutti per la sua attività sociale, specie con gli anziani e i bambini. “Ho ricevuto tantissimi messaggi di cordoglio – dice l’amico, commosso, parlando con l’ANSA -, gli volevamo tutti molto bene”.