Pescara. Non si placa la protesta ambientalista contro il taglio di 120 alberi deciso dall’amministrazione comunale in tutta la città: tensione, oggi pomeriggio, davanti allo stadio Adriatico, dove per il picchetto di alcuni manifestanti è intervenuta la Digos.
Mentre le numerose ambientaliste cittadine scese in campo contro il piano del Comune, riunite nel Coordinamento Salviamo gli Alberi, ha programmato per sabato pomeriggio alle 16:30 in Piazza Sacro Cuore un flash-mob per sensibilizzare la città sulla gestione del patrimonio verde, non si fermano le azioni mirate a fermare le ditte incaricate di tagliare le piante definite pericolose da una relazione agronomica commissionata dallo stesso Municipio.
Oggi pomeriggio è stata la volta di via Pepe, dinanzi lo stadio Adriatico, dove una 15ina di manifestanti si sono radunati nei pressi degli operai al lavoro, raggiunti poi dagli attivisti del Coordinamento: “Dopo diverso tempo in cui i cittadini chiedevano lumi, dato che non c’era alcuna scritta sui mezzi nè cartelli”, riferisce una nota di Salviamo gli Alberi, “i cittadini hanno chiamato i Vigili Urbani per chiedere la verifica della regolarità del cantiere, anche per il rispetto delle norme nel cantiere sulla tanto decantata sicurezza”.
“I vigili non sono venuti”, proseguono gli ecologisti, “ma è arrivato il Dirigente del Comune Rossi che ha pensato bene di chiamare la Digos per far identificare i cittadini e gli attivisti e il consigliere comunale Di Pillo (M5S) che nel frattempo era sopraggiunto, evidentemente ritenuti ancora più pericolosi degli alberi storici di Pescara così pericolanti”.
“Grazie allo zelo del suo intervento”, conclude la nota, il Dottor Rossi ha potuto dare avvio al taglio di un Pino maestoso di oltre 50 anni allo Stadio che in qualsiasi città sarebbe stato oggetto di approfondimenti di ogni tipo prima di tagliarlo, anche perchè lo stato vegetativo non sembrava tale da farlo apparire a rischio crollo immediato come testimoniano le immagini”.
In mattinata, invece, il Coordinamento ha presentato un dossier che testimonierebbe come “Il Comune di Pescara – viene riferito – non rispetta clamorosamente su molteplici fronti il protocollo indicato dal Corpo Forestale dello Stato sull’analisi di stabilità degli alberi e, di conseguenza, sulla procedura per selezionare gli alberi da abbattere che, infatti, è completamente difforme da quanto attuato da tutti gli altri comuni alle pese con la stessa problematica di cui abbiamo reperito la documentazione”.
Sotto accusa la metodologia applicata a Pescara per analizzare le piante ritenute pericolose: “L’approfondimento strumentale con varie tecniche costa dai 24 ai 75 euro a pianta a seconda della quantità/qualità di strumenti usati. Pertanto considerando le 121 piante che sono apparse problematiche allo screening visivo i costi dell’approfondimento (necessario per CFS e altri comuni) è di 3.000 euro, 9.000 se si vogliono usare più strumentazioni. Basterebbe evitare l’abbattimento di 3 piante delle 121 oggi destinate al taglio per recuperare questa cifra risparmiando i costi di taglio e di ripiantumazione e senza neanche considerare il valore economico, ambientale e sanitario di grandi alberi di 60-70 anni. Da quanto abbiamo capito – conclude Salviamo gli Alberi – i funzionari del comune pare stiano invece sostenendo che i costi dell’analisi strumentale sono insostenibili”.
Di contro, il presidente del consiglio comunale Antonio Blasioli ha postato su Facebook le foto degli alberi tagliati in via Rigopiano, da dove è partita la protesta ambientalista, mostrandone lo stato di pericolosità.