Far West a Campo Imperatore: scatta l’esposto – VIDEO

Castel del Monte. “Campo Imperatore è sfregiato, come un quadro di Raffaello segnato per un divertimento fine a se stesso”.

La denuncia arriva ancora una volta dalla Stazione Ornitologica Abruzzese che dopo una prima segnalazione fatta nell’immediatezza a seguito del motoraduno “Arrosticinentreffen” di metà luglio (clicca e leggi) ha approfondito la questione depositando stamattina a decine di Enti, compresa la Commissione Europea e la Corte dei Conti Europea, un lunghissimo e dettagliato esposto.

“Sono state raccolte – spiega l’associazione – una serie di informazioni sulla fruizione totalmente insostenibile di un patrimonio naturalistico e di un paesaggio unici al mondo. Un luogo magico è ormai alla mercé di un turismo (non dovremmo neanche definirlo tale) d’assalto che rovina il patrimonio ambientale ponendo a rischio anche l’incolumità pubblica”.

“Le immagini video e fotografiche – aggiungono – relative a diversi eventi che paiono susseguirsi da anni con regolarità nella piana sono state raccolte sui social e su youtube e sono inequivocabili. Raccontano di un vero e proprio Far West con le rarissime praterie alpine del Parco Nazionale alla mercé di motociclisti, auto e camper. Gli ignoranti pensano che quei prati siano alla stregua di un prato del giardino di casa. Invece sono comunità particolari formate da decine di specie che cambiano al variare dei parametri ambientali. Attorno a Fonte Vetica e Fonte Macina i ricercatori dell’Università di L’Aquila ed Ancona hanno mappato già nel 1999 decine di tipologie di vegetazione. Al cittadino ignaro può sembrare un ambiente uniforme ma così non è. Un Parco dovrebbe educare proprio a visitare un luogo del genere con consapevolezza e leggerezza. Invece impazzano sul web, e questo la dice lunga sull’assenza di controlli e sulla percezione di impunità di alcuni dei partecipanti a questi raduni, video con moto che impennano, comportamenti pericolosissimi per le famiglie che vorrebbero trascorrere una giornata in montagna. Attendamenti di centinaia di persone con moto e auto al seguito direttamente sui prati, con gare di sgommate e sgasate notturne che alzano nuvole di terra che appartengono a suoli delicatissimi, tra urla e lazzi”.

Praterie per la cui tutela l’Ente Parco del Gran Sasso ha speso oltre 1,6 milioni di euro per il Life Praterie. Nel sito web dedicato al progetto si parla esplicitamente, mostrando una foto di un’auto (una) sul prato, di danneggiamento ai rari habitat presenti tutelati, sulla carta, a livello comunitario. I ricercatori hanno dimostrato da decenni il gravissimo impatto del calpestio che compatta il suolo e cambia in maniera irreversibile, vista anche la quota, la vegetazione impoverendola e, in alcuni casi, eliminandola completamente facendo emergere il terreno.

Nell’esposto della SOA, oltre a stigmatizzare che le autorità erano state avvisate dall’Associazione Appennino Ecosistema già due mesi prima dell’ultimo raduno, si pone l’attenzione anche sulle modalità di fruizione dei punti fuoco, sia per la sicurezza sia per l’igiene, visto che i cavalli mangiano addirittura sui tavoli in mezzo ai rifiuti. Parcheggi fatti con massi gettati a terra (da chi?) di dubbia regolarità che sostanzialmente invitano a parcheggiare su ettari di praterie protette a livello europeo.

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“Le foto raccontano – continua l’associazione – di forme di divertimento degne della sregolata movida di una città e non certo di un luogo da apprezzare in silenzio. Tra l’altro appare incredibile che le sagre di paese debbano confrontarsi con le regole del Ministero dell’Interno e invece lì possa accadere qualsiasi cosa. Ci arrivano decine di commenti arrabbiati per le condizioni in cui hanno ridotto questo gioiello con testimonianze di sfrenata baldoria diurna e notturna che si sente a chilometri, anche da chi vorrebbe visitare un parco nazionale andando a fare trekking gustando i panorami mozzafiato e non certo un parcheggio senza servizi per camper che deve essere realizzato altrove tenendo conto del paesaggio e in forme decorose”.

La SOA si chiede “se questo sia il tipo di turismo che immaginiamo per le nostre bellezze. Il trash chiassoso e sregolato con guadagni facili ma limitati a qualcuno (quelle “presenze” attendate sono da considerarsi un introito?) che macina tutto oppure la visita consapevole e rispettosa dei luoghi. Altri luoghi in Abruzzo da decenni hanno scelto l’altra opzione e stanno avendo successo con rinascita di borghi, eventi sostenibili e diffusi consoni alla bellezza della nostra regione”.

LEGGI E GUARDA L’ESPOSTO: Lettera_SOA_esposto_motoraduno_parco_nazionale_gran_sasso_01_08_2017

LA DENUNCIA DI CITYRUMORS DELL’ANNO SCORSO SUL DEGRADO A CAMPO IMPERATORE (CLICCA E LEGGI)

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