Chieti, Consiglio comunale contro Di Stefano nell’abolizione della norma antifascista

corso_marrucinoChieti. “Il Consiglio comunale di Chieti è dichiaratamente anti-fascista, alla faccia di quanti speravano nel contrario”.

Questo il commento di Riccardo Di Gregorio, capogruppo della Federazione della Sinistra, che commenta quanto accaduto durante l’assise civica di quest’oggi, quando il Consiglio ha approvato un ordine del giorno dell’opposizione con il quale si invita il consigliere Fabrizio Di Stefano, nella sua veste di senatore, al ritiro della propria firma sulla proposta di abolizione della norma antifascista.

Di Stefano, infatti, ha sottoscritto qualche settimana fa una proposta di legge riguardo all’abolizione della dodicesima disposizione transitoria della Costituzione che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del vecchio partito fascista.

“Quello di oggi” continua Di Gregorio “è stato un vero e proprio schiaffo alla maggioranza di centrodestra con l’aggravante dell’evidenziarsi di uno strappo al proprio interno visto che l’UDC ha votato favorevolmente con i consiglieri Giardinelli, De Lio e Di Pasquale mentre il consigliere di FLI, Alessandro Carbone, si è astenuto. Una significativa vittoria in Consiglio comunale che dopo un anno segna un primo risultato positivo nell’azione di opposizione del centrosinistra ad un centrodestra borioso e arrogante che era giunto in aula baldanzoso come sempre pensando di avere gioco facile nel respingere il nostro ordine del giorno. Una doppia sconfitta per Di Primio che adesso sarà  meno desideroso di far affiggere manifesti autocelebrativi che servono solo a gettare fumo negli occhi ai cittadini”.

 

Il commento dei Giovani Democratici. “A nome di tutti i Giovani Democratici di Chieti desidero esprimere grande soddisfazione per l’ esito della votazione del secondo punto all’ odg dell’ odierno Consiglio comunale. Con 15 voti favorevoli, 14 voti contrari ed un astenuto l’ Assise civica teatina ha approvato il documento di censura alla proposta del Senatore Di Stefano, anch’egli Consigliere Comunale, per l’ abrogazione delle norme che impediscono la ricostituzione del partito fascista in Italia. Il Consiglio Comunale di Chieti ha dimostrato con tale votazione ( che allego alla presente nota ) quanto fosse indecente la proposta Di Stefano. Nonostante il centrodestra al potere goda di una larghissima maggioranza non è  riuscito a respingere il documento presentato dai gruppi di opposizione ed è bene che anche il Sindaco Di Primio ( che ha votato contro la nostra censura ) riconosca che la città di Chieti è oggi, per fortuna, antifascista”.

 

Le parole di Alessandro Giardinelli, capogruppo Udc. “All’indomani del 29 Marzo, giorno in cui  il Sen.Di Stefano ed altri senatori del Pdl hanno proposto un emendamento per abolire la XII norma transitoria e finale della Costituzione, ovvero la norma che vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista, il portavoce dell’UDC On.De Poli, definendo l’episodio come “VERGOGNOSO”, ha chiesto ufficialmente al vicepresidente vicario dei senatori del Pdl Gaetano Quagliarello di prendere immediatamente le distanze dal disegno di legge definendolo un atto grave ed irrispettoso nei confronti della storia del nostro Paese, dichiarando che ‘La Carta Costituzionale non si tocca e che dobbiamo difenderla strenuamente’.
È chiaro per questo, che la posizione del gruppo Consiliare UDC, conforme alla linea nazionale del partito, è a favore dell’ordine del giorno che disapprova tale azione politica, è chiaro altresì che si tratta di un voto ideologico che non ha nulla a che fare con l’appartenenza alla maggioranza amministrativa che governa il Comune di Chieti.
Ma vorrei aggiungere altri due motivi per cui noi voteremo a favore: perché tale norma transitoria non ha solo un significato storico, credo che infatti che oggi si possa parlare di fascismo stretto solo dal punto di vista storico, ma possiede anche un significato di attualità, nel momento in cui resta come monito di condanna per tutte quei partiti o associazioni  che possano fare riferimento ad una politica non democratica; a questo proposito guardando a livello internazionale penso alle rivoluzioni in atto nel Nord Africa e nel Medio-Oriente che mirano ad abbattere dittature governate da patiti unici, frutto di società che cercano con tutte le forze di veder sbocciare il seme della democrazia e guardando invece a livello nazionale  penso 
-a quei partiti in cui non si fanno i Congressi per eleggere i quadri dirigenziali,
-a quei partiti che assomigliano più ad aziende che a movimenti popolari, 
-a quei partiti costruiti e mantenuti con criteri verticistici, 
e la cui logica conseguenza è il potere oligarchico e l’elezione dei rappresentanti parlamentari per nomina, evitando accuratamente la scelta di popolo attraverso la preferenza.
Il secondo motivo risiede nell’inopportunità da parte del Sen.Di Stefano di una tale azione parlamentare perché, 
-in un momento in cui i problemi economici, di disoccupazione e di precarietà, 
-e sociali, di integrazione e di crescita culturale nazionali ed interrazziale, attanagliano il nostro Paese, 
-sarebbe maggiormente necessario rivolgere l’interesse ed il lavoro politico su progetti di riforme che diano spazio ad un  futuro migliore per il nostro Paese e per gli Italiani”.

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