C’è una nuova variazione, dopo quella dei tappi di plastica direttamente incorporati all’anello che li lega alle bottiglie di plastica. Cos’altro cambia dopo una apposita disposizione arrivata direttamente da Bruxelles.
Bottiglie di plastica, ancora oggi in diversi stanno facendo fatica ad abituarsi al provvedimento concepito dalla Commissione Europea che ha imposto dal 2023 che tutte quante queste tipologie di contenitori di liquidi abbiano il tappo non separabile. I tappi delle bottiglie di plastica sono legati agli anelli apposti nei colli delle bottiglie stesse. E lo scopo di questa misura è quello di limitare il tasso di inquinamento della plastica. Milioni di pezzi di varie dimensioni infestano tutti quanti gli ecosistemi della terra. Si va dalle nocive microplastiche ad elementi più grandi, proprio come le bottiglie.
La dispersione di questo materiale in natura, negli oceani, sulle alture innevate, può risultare letale per flora e fauna locali. Adesso le bottiglie di plastica stanno subendo un’ulteriore trasformazione, seguendo l’introduzione del sopra citato tappo collegato. Su tutto il territorio dell’Unione Europea entra in gioco in maniera effettiva una serie di nuove normative per migliorare ulteriormente la sostenibilità di questi prodotti. I quali hanno dei tempi di degradazione molto lunghi.
Quanto ci mette una bottiglia di plastica a decomporsi?
La plastica impiega tempi epocali per degradarsi: dai cento ai mille anni. A partire dal gennaio 2025, entra in vigore una normativa che richiederà alle bottiglie di plastica di contenere almeno il 25% di plastica riciclata. Questa misura è parte della Direttiva Ue 2019/904, approvata il 5 giugno 2019, che ha come obiettivo principale la riduzione dei rifiuti di plastica nell’ambiente. L’obbligo si applicherà a tutte le aziende produttrici, senza eccezioni, e riguarderà tutti i contenitori con una capacità fino a tre litri.
Questo cambiamento rappresenta un passo significativo verso la sostenibilità, poiché mira a migliorare la qualità e la quantità della plastica riciclata utilizzata nei processi di produzione. La scelta di implementare materiali riciclati non solo contribuisce a ridurre la domanda di plastica vergine, ma riduce anche l’inquinamento associato alla produzione di nuovi materiali.
L’Unione Europea ha fissato ambiziosi obiettivi a lungo termine per affrontare il problema dei rifiuti di plastica. Entro il 2029, l’UE mira a raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per il riciclo. Per raggiungere questa meta, è stato stabilito un obiettivo intermedio: il 77% di raccolta per il riciclo entro il 2025. Inoltre, la percentuale di plastica riciclata nelle bottiglie dovrà aumentare al 30% entro il 2030.
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Un importante provvedimento per la tutela dell’ambiente
Questi obiettivi non sono solo una risposta all’emergenza ambientale, ma rappresentano anche un’opportunità per promuovere l’innovazione e stimolare l’economia circolare. Il riciclo e la riutilizzazione dei materiali possono creare posti di lavoro e sostenere lo sviluppo di nuove tecnologie.
L’introduzione di queste misure è guidata dalla necessità di prevenire e ridurre l’impatto negativo di determinati prodotti di plastica sull’ambiente. La direttiva mira a promuovere un cambiamento verso un’economia circolare in tutta l’Unione Europea, incoraggiando le aziende a ripensare i loro modelli di produzione e consumo.
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Adottando pratiche più sostenibili, l’UE spera di ridurre la quantità di plastica che finisce negli oceani e nelle discariche, contribuendo così a preservare gli ecosistemi naturali e a proteggere la biodiversità. La lotta contro l’inquinamento da plastica è diventata una priorità globale, e l’Europa sta cercando di porsi come leader in questo campo. Le bottiglie di plastica possono risolvere problemi in casa ed essere usate in maniera virtuosa. Anche questo limita l’inquinamento.
