Cos’è e come si fa la Novena di Natale 2024, l’antichissima preghiera che ha inizia oggi e prosegue fino alla Vigilia.
Il Natale è un periodo dell’anno ricco di usanze sia laiche che cristiane. In particolare, è tradizione comune in tutto il nostro Paese praticare la cosiddetta Novena di Natale. Non si tratta di una preghiera ufficiale della Chiesa, tuttavia è un’usanza popolare che aiuta i fedeli a prepararsi a livello spirituale ad accogliere la nascita di Gesù.
Si celebra nei nove giorni che precedono il Natale e comprende vari testi che si affiancano alle “liturgie ufficiali” della Chiesa. Sono considerati alla stregua dei “pii esercizi”, ovvero quelle pratiche sviluppatesi già durante il Medioevo per rafforzare il senso di devozione nei confronti del Signore, della Vergine e dei santi.
La Novena di Natale è quindi giunta nei secoli fino a noi e ancora oggi è assai diffusa tra la popolazione italiana.
Cos’è e come fare la Novena di Natale: l’antichissima preghiera che dura fino alla Vigilia
La Novena di natale si celebra nei nove giorni che precedono il Natale, dal 16 al 24 dicembre. Ha origini antichissime, infatti fu eseguita per la prima volta in una casa di missionari vincenziani di Torino nel 1720, nella chiesa dell’Immacolata che si trovava accanto al Convitto Ecclesiastico usato per la formazione del clero. Fino al Concilio Vaticano II si celebrava in latino. Successivamente, venne tradotta in varie lingue. Non si tratta tuttavia di una preghiera ufficiale, ma di una pratica che rientra, come abbiamo detto, nei “pii esercizi”.
Negli anni ’20 del Settecento, fra i missionari maggiormente stimati del Convitto, c’erano Carlo Antonio Vacchetta e il beato Sebastiano Valfré. Entrambi molto devoti verso l’umanità di Gesù. Un culto che diffondevano presso la gente comune, invitando i fedeli a contemplare e ad adorare il mistero dell’Incarnazione e della Natività di Cristo. Fu proprio in questo particolare clima che venne composta e recitata per la prima volta la Novena di Natale.
Questa preghiera non ufficiale si diffuse, poi, in tutto il Piemonte e in Italia, grazie alla sua semplicità e melodia. Alla diffusione di questo canto contribuì anche Gabriella Marolles delle Lanze, marchesa di Caluso. La donna, una volta rimasta vedova, andò ad abitare vicino ai vincenziani di Torino, dove rimase affascinata e colpita dalle funzioni di preparazione al Natale. Per questo, stabilì nelle sue disposizione testamentarie che si facesse “ogni anno et in perpetuo la suddetta Novena”.
Proprio perché non è un testo ufficiale, può essere recitata in vari modi e realizzata secondo diverse usanze. Degna di nota è la versione basata sulla melodia gregoriana, nata sul testo latino, ma diffusa anche nella versione italiana curata dai monaci benedettini di Subiaco.
La Novena di Natale incarna quindi il desiderio dei fedeli che Dio venga sulla terra. Recitarla nel periodo immediatamente precedente il Natale aiuta i cristiani a prepararsi alla venuta di Gesù e dunque di Dio. Pertanto, costituisce un momento molto significativo nella vita della comunità cristiana.